Addominoplastica
L’addominoplastica consiste nella rimozione del tessuto adiposo in eccesso e delle pieghe cutanee nella parte centrale e bassa dell’addome; l’obiettivo non è tanto la riduzione del peso, quanto tendere la parete addominale e migliorare l’aspetto di un addome prominente. È indicata quando la regione addominale presenta un’eccedenza cutanea diffusa alla regione sopra e sotto-ombelicale (oppure solo sotto-ombelicale), associata o meno a difetti della parete muscolare, dalla semplice lassità (= rilasciamento) alla diastasi (= separazione) dei muscoli retti addominali.
L’intervento chirurgico può consistere in:
- addominoplastica classica: prevede uno scollamento ampio, sino alle arcate costali e il riposizionamento dell’ombelico in sede appropriata; l’intervento determina una cicatrice orizzontale al di sopra del pube, di lunghezza variabile a seconda dell’eccesso cutaneo (da 25 cm circa a cicatrici che si estendono oltre la spina iliaca da ambo i lati);
- mini addominoplastica: non prevede il riposizionamento dell’ombelico; la cicatrice orizzontale sovrapubica raramente supera i 25 cm.
L’addominoplastica è un intervento impegnativo, eseguito in regime di ricovero; può essere associato alla liposuzione dell’addome. Richiede una degenza di 3-7 giorni. Si esegue in anestesia generale e ha una durata di circa 3-4 ore.
Si consiglia di non assumere aspirina, o medicamenti che la contengono, per due settimane prima dell’intervento e due settimane dopo. L’aspirina può causare sanguinamento e quindi aumentare il rischio di complicanze. Si suggerisce inoltre di eliminare il fumo per almeno due settimane prima dell’intervento: l’incidenza delle complicanze è 10 volte superiore nei Pazienti fumatori; l’astensione dal fumo riconduce il rischio di complicanze al livello dei non fumatori.
Le donne che assumono terapia anticoncezionale estro-progestinica dovrebbero sospenderla il mese precedente all’intervento. A questo proposito è bene precisare che è opportuno rimandare l’intervento se si desidera pianificare una gravidanza, per non comprometterne il risultato.
In alcuni casi, quando si prevede un’ampia asportazione di tessuto in eccesso, è necessario effettuare nei giorni precedenti all’intervento un deposito di sangue autologo (autodonazione, vale a dire prelievo preoperatorio e conservazione di una sacca di sangue del Paziente, da utilizzare, in caso di necessità, dopo l’operazione).
Generalmente sono necessarie due incisioni: una, nella porzione più bassa dell’addome, proprio al di sopra della linea dei peli del pube, che si prolunga lateralmente fino ai fianchi; l’altra, piccola, circolare intorno all’ombelico, in quanto molto frequentemente l’intervento richiede una risistemazione dell’ombelico in una posizione più alta. La cute e il grasso sottocutaneo sono ampiamente sollevati dai piani sottostanti; se è necessario, in questa fase viene riparata la parete addominale con l’accostamento dei muscoli retti. Infine, i tessuti superficiali vengono stirati verso il basso e verso l’interno, l’ombelico viene trasposto nella sua nuova posizione e l’eccesso di cute e grasso viene asportato. Nel tentativo di allungare il meno possibile la cicatrice, il Chirurgo all’atto della sutura, può creare dei raggrinzimenti cutanei nel lembo superiore della cicatrice, oppure agli estremi della stessa; queste irregolarità cutanee hanno una tendenza spontanea a spianarsi col tempo. Se dovessero persistere è possibile correggerle in un secondo momento, comunque non prima di 5/6 mesi, con un intervento in anestesia locale.
Due drenaggi in aspirazione (drenaggio= tubo di silicone che ha lo scopo di consentire la fuoriuscita di sangue o altri liquidi dalla sede di intervento) vengono inseriti nella ferita e rimossi in genere dopo 3-7 giorni. Le incisioni chirurgiche sono chiuse con punti di sutura o con graffette metalliche. Si applica infine un’abbondante medicazione compressiva, sostituita dopo 2-3 giorni da una guaina che deve essere indossata permanentemente per 4 settimane. I punti o le graffette vengono rimossi entro dieci giorni.
È possibile che durante l’intervento sia necessario posizionare il catetere vescicale che viene in genere rimosso al termine della procedura chirurgica o il giorno seguente l’operazione.
È estremamente importante che il Paziente rimanga a letto con le gambe flesse e in posizione semiseduta per alcuni giorni, in relazione al grado di tensione del lembo cutaneo.
Quando il Paziente può alzarsi, è necessario mantenga una postura (posizione) con il tronco flesso in avanti per alcuni giorni, per evitare eccessivi stiramenti sulla sutura.
Nel decorso postoperatorio è fondamentale, per ottenere un risultato estetico soddisfacente:
- sottoporsi alle medicazioni e ai controlli clinici prescritti dal Medico curante, che sono parte integrante dell’intervento chirurgico e ne possono influenzare il risultato;
- mantenere un’adeguata compressione delle regioni corporee trattate utilizzando un’apposita guaina elastica;
- per 2-4 mesi dopo l’intervento non esporsi ai raggi ultravioletti (sole e lampade abbronzanti), per evitare la comparsa (transitoria) di iperpigmentazione cutanea (= colore brunastro della cute).
Nella prima settimana è consigliato il riposo quasi assoluto: sono consentite soltanto attività domestiche leggere; il ritorno alla normale quotidianità anche lavorativa avviene dopo 2-4 settimane. Le attività sportive possono essere riprese dopo 3-4 settimane per quanto concerne nuoto, yoga e sport leggeri, mentre per le discipline più intense (sci, tennis, calcio, pallacanestro, vela, pesca subacquea) è preferibile attendere almeno 6-8 settimane.