Correzione del varicocele
Il varicocele è una condizione patologica causata da una dilatazione delle vene del plesso pampiniforme (le vene responsabili del drenaggio di sangue del testicolo) con conseguente comparsa di varici. Colpisce prevalentemente il testicolo sinistro, ma può presentarsi anche a destra o bilateralmente.
Può provocare dolore o un senso di peso testicolare, ma anche essere asintomatico. A causa dell’innalzamento della temperatura del testicolo provocata dalle vene dilatate, può determinare infertilità e, più raramente, ipotrofia (= riduzione del volume) testicolare È una patologia molto frequente nell’adolescenza (15%), ma la correzione chirurgica è indicata solo in caso di infertilità o di varicocele sintomatico (che, cioè, provoca dolore o fastidio inguino-scrotale) e ha lo scopo di risolvere la dilatazione venosa presente a livello scrotale, impedendo al sangue di refluire verso il testicolo.
L’intervento può essere eseguito in anestesia locale, regionale o generale e dura circa 30 minuti.
Si può effettuare in one-day surgery o ricovero ordinario. Consiste nella legatura delle vene dilatate.
Nella maggior parte dei casi l’incisione è subinguinale (pochi cm. dal pube all’inguine); viene isolato ed esteriorizzato il funicolo spermatico (l’involucro che contiene i vasi testicolari, i nervi, il dotto deferente e il muscolo cremastere) e si procede alla legatura e alla sezione delle vene spermatiche intra ed extra funicolari. In questa zona il funicolo spermatico è più superficiale e non protetto da alcuna fascia o muscolo.
L’accesso addominale prevede l’aggressione della vena spermatica subito dopo l’origine dalla vena renale sinistra ma, a causa dell’alta frequenza di recidive e della maggiore invasività (comporta anche la sezione del piano muscolare), è utilizzato nei casi di varicocele recidivo o di concomitante presenza di ernia inguinale.
Dopo l’intervento il Paziente dovrebbe evitare attività fisica intensa per almeno 15-20 giorni.
La correzione chirurgica in laparoscopia (la tecnica che permette di “vedere” e di intervenire tramite una piccola incisione esterna) è molto costosa, ha tempi operatori più lunghi e non presenta un’incidenza di recidive inferiori rispetto alla tecnica a cielo aperto.
La sclerotizzazione consiste nell’iniezione nelle vene dilatate, sotto controllo radioscopico, di un liquido che provoca un’infiammazione acuta con conseguente cicatrizzazione di tutto il tratto interessato dal farmaco; è una procedura costosa e complicata.