La guardia medica è spesso vista come un banco di prova impegnativo per i giovani medici. Ma cosa succede quando questa esperienza si svolge in un ambiente stimolante e supportivo come quello di Montallegro? Giorgio Maietta Farnese, vice Direttore sanitario della struttura, ci racconta come la guardia medica possa trasformarsi in un vero e proprio trampolino di lancio per una carriera di successo.

Come per Luca Spigno (qui il primo articolo dedicato alla storia dei medici di guardia in Montallegro), anche Giorgio Maietta Farnese ha vissuto l’esperienza della guardia medica nella struttura in un periodo a cavallo tra due epoche. La sua prima guardia, come racconta lui stesso, è un piccolo romanzo di formazione: «Era l’Epifania di diversi anni fa. Al termine del mio turno, non si presenta il Medico di turno entrante. Attendo un’ora o forse più, e infine chiamo il collega che avrebbe dovuto darmi il cambio e la sua risposta fu ‘Ah, ci sono io di guardia? Sono a Courmayeur, falla pure tu’ e mi butta giù il telefono. Così sono rimasto in servizio per tutto il turno successivo».

Per Maietta Farnese, il Medico di guardia deve saper bilanciare autonomia e collaborazione con il Medico curante. «L’attenzione al malato è ovviamente fondamentale. Ma è altrettanto essenziale il rapporto con il medico curante, che è un professionista di riferimento per la struttura». L’esperienza in Montallegro è formativa sotto molteplici punti di vista. «Si lavora in un bell’ambiente, in un contesto diverso da quello di un pronto soccorso ospedaliero» spiega. «Qui, tutti i Pazienti hanno il proprio Medico di riferimento e la professionalità di Anestesista e Cardiologo reperibili (quando non presenti), oltre ai vari consulenti interni, permette di lavorare in sicurezza, con un supporto costante».

Un contesto stimolante che Maietta Farnese consiglia ai giovani Medici: «A un giovane Professionista consiglierei sempre di fare un’esperienza da Medico di guardia nella struttura». Non a caso, conclude, «molti dei colleghi che hanno coperto le guardie nel corso di questi anni sono diventati primari o responsabili di struttura». Un vero e proprio “trampolino di lancio”, grazie alla possibilità di confrontarsi con una grande varietà di casi clinici, in un contesto protetto e supportato da un team di Specialisti.