Il chirurgo ortopedico Matteo Guelfi, risponde alle domande più comuni sulle patologie a carico di piede e caviglia. Lo abbiamo incontrato nella sede di Villa Rosa, in Montallegro, a margine delle visite specialistiche che svolge come libero professionista.

– Quando si parla di instabilità di caviglia che cosa si intende?
«L’instabilità di caviglia è una condizione patologica che deriva da uno o più traumi distorsivi – che possono causare una lesione, parziale o completa – a carico dei legamenti che stabilizzano l’articolazione. Questo problema di natura meccanica comporta una mobilità eccessiva della caviglia, aumentando la predisposizione a nuove distorsioni e, nel tempo, può portare a una precoce usura dell’articolazione, con conseguenti situazioni degenerative».

– Perché alcuni traumi distorsivi tendono a cronicizzarsi?
«I traumi distorsivi possono cronicizzarsi a causa di una lesione, parziale o completa, dei legamenti della caviglia. In alcuni casi, questi legamenti possono non guarire affatto o guarire in modo inadeguato, mantenendo una tensione ridotta. Di conseguenza, la caviglia perde stabilità, aumentando il rischio di recidive».

– Ho un’infiammazione cronica al tendine d’achille, che mi provoca dolore. Cosa devo fare?
«In caso di infiammazione cronica del tendine d’Achille, è fondamentale ridurre il carico sull’articolazione e prestare attenzione alle calzature, preferendo modelli con un leggero rialzo del tallone ed evitando scarpe a suola piatta o infradito. È consigliabile consultare un medico per una diagnosi accurata e per sottoporsi a esami diagnostici, come una radiografia o una risonanza magnetica che indaghi lo stato infiammatorio e consenta una valutazione dell’entità del danno tendineo».

– La chirurgia della caviglia sta facendo passi da gigante. Quali sono le tecniche più innovative?
«Negli ultimi anni, la chirurgia della caviglia ha beneficiato di importanti innovazioni, soprattutto grazie all’artroscopia, una tecnica mini-invasiva che consente di trattare le patologie grazie a piccole incisioni che permettono l’inserimento di una minuscola telecamera e strumenti chirurgici miniaturizzati. Questo approccio garantisce una maggiore precisione chirurgica, un recupero post-operatorio più rapido, tempi di immobilizzazione ridotti e un migliore controllo del dolore, consentendo ai pazienti di tornare alle loro attività quotidiane in tempi più brevi».

– Al risveglio avverto un forte bruciore alla pianta del piede. Può essere un sintomo di fascite plantare?
«Il dolore al risveglio, soprattutto ai primi passi, è un sintomo tipico della fascite plantare, comunemente nota come tallonite. Tra i rimedi iniziali, si consiglia l’uso di talloniere morbide e di evitare di camminare scalzi o con scarpe a suola piatta. Se i sintomi persistono, è necessario rivolgersi a un ortopedico che potrà impostare un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato. In alcuni casi, possono essere utili infiltrazioni o terapie fisioterapiche, come le onde d’urto, per ridurre l’infiammazione e promuovere la guarigione dei tessuti».

– Mi hanno diagnosticato lo sperone (o spina) calcaneare o sindrome di Haglund. Qual è l’iter di cura?
«La sindrome di Haglund è un’infiammazione cronica del tendine d’Achille nel punto di inserzione sull’osso calcaneare, spesso causata da attività sportive o dall’uso di calzature inadeguate. La diagnosi prevede un esame clinico approfondito e, se necessario, esami radiografici o di risonanza magnetica per valutare l’entità dell’infiammazione e la presenza di eventuali speroni ossei. Il trattamento iniziale è conservativo, con l’uso di rialzi per il tallone, calzature adeguate e fisioterapia per rafforzare il muscolo tricipite surale e migliorare la flessibilità del tendine d’Achille. Nei casi più gravi o quando il trattamento conservativo non produce risultati soddisfacenti, può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere lo sperone calcaneare».

– Quanto è importante la fisioterapia nel post-operatorio?
«La fisioterapia riveste un ruolo fondamentale nel post-operatorio, consentendo al paziente di recuperare più rapidamente e di ottenere risultati migliori. Grazie a esercizi specifici e tecniche di riabilitazione, la fisioterapia aiuta a ridurre i tempi di immobilizzazione, favorisce la guarigione dei tessuti, ripristina la forza e la mobilità dell’articolazione e previene complicanze future».

– Quali servizi offre Montallegro nel suo ambito?
«Montallegro offre un servizio completo per la diagnosi e il trattamento delle patologie della caviglia, dalla visita specialistica agli esami diagnostici con macchine di ultima generazione, come la risonanza magnetica, l’ecografia, la TAC e la radiologia interventistica. In caso di necessità, la struttura dispone di sale operatorie all’avanguardia e di un reparto di riabilitazione completo, con fisioterapia tradizionale e idrokinesiterapia, garantendo un percorso di cura integrato e personalizzato per ogni paziente».