“Una palestra per la professione”. L’esperienza di Luca Pandolfo come Medico di guardia in Montallegro
Luca Pandolfo - Direttore della Struttura complessa (S.C.) di Ortopedia e Traumatologia presso l’Asl3 Genovese - racconta i suoi primi anni in Montallegro, dove ora svolge attività di libera professione
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Luca Pandolfo, Direttore della S.C. di Ortopedia e Traumatologia presso l’Asl3 Genovese e specialista in Ortopedia e Traumatologia, ricorda con chiarezza gli anni 2003-2004, un periodo significativo del suo percorso professionale trascorso come Medico di guardia in Montallegro. «È stato sostanzialmente l’inizio della mia carriera, subito dopo la specializzazione universitaria» racconta Pandolfo. «Ho iniziato a coprire i turni di guardia medica in Montallegro e questa esperienza è durata fino a metà luglio del 2004, quando poi sono stato assunto presso l’ASL di La Spezia come medico ortopedico. A quel punto, naturalmente, non è stato più possibile conciliare i due incarichi, anche per la distanza tra le città».
Pandolfo sottolinea come l’esperienza in Montallegro gli abbia permesso di affrontare criticità mediche e chirurgiche, non solo ortopediche, grazie anche al supporto dei medici di riferimento e degli anestesisti.
«È stata un’esperienza molto utile, in quanto mi ha consentito di crescere professionalmente. Ho imparato a gestire urgenze mediche e chirurgiche, andando oltre la mia specializzazione ortopedica. Penso banalmente alla gestione di un’iperglicemia o di una crisi ipertensiva. Dal punto di vista professionale, è stato fondamentale per capire come agire nei momenti critici».
A facilitare il compito, aiutava la stretta collaborazione con i medici di riferimento della struttura. Un fattore ancora oggi centrale in Montallegro. «Per un giovane dottore, essere supportato da professionisti con più esperienza permette di lavorare con maggiore sicurezza e rappresenta un’ottima palestra. Ricordo inoltre che già allora c’era un efficiente servizio di anestesisti sempre estremamente disponibili. Voglio sottolineare questo: la gestione di Montallegro da parte di Francesco Berti Riboli ha sempre pensato non solo alla disponibilità delle camere e delle sale operatorie, ma anche a una gestione che garantisse la continuità assistenziale ai pazienti ricoverati. È una scelta oculata, che fa la differenza».
Quali sono le doti necessarie a un buon Medico di guardia? Pandolfo non ha dubbi. «Al di là delle conoscenze teoriche, bisogna avere una visione pratica della medicina. Ai miei tempi, durante il percorso di studi, l’attività di reparto era piuttosto limitata, e quel che mancava era proprio il passaggio dalla teoria alla pratica clinica. Pensiamo, per esempio, a un paziente operato per una frattura del femore: bisogna saper controllare il rischio di infezione, monitorare l’emocromo, valutare il drenaggio. In Montallegro, la presenza di molte specialità sia mediche sia chirurgiche mi ha consentito di crescere e fare esperienza».
Come testimoniano anche le esperienze del professor Girolamo Mattioli e del professor Giancarlo Torre, anch’essi Medici di guardia in Montallegro in periodi diversi, questo ruolo ha rappresentato e continua a rappresentare una tappa fondamentale nella formazione di molti professionisti del settore medico, offrendo l’opportunità di confrontarsi con una vasta gamma di casistiche e di sviluppare competenze essenziali per la pratica clinica.