Innovazioni nella chirurgia protesica: la prospettiva di Fabrizio Grilli
Nuove protesi, tecniche chirurgiche meno invasive, l'avvento della chirurgia robotica: ecco perché il settore ha fatto enormi progressi
Fabrizio Grilli, specialista in ortopedia e traumatologia, opera a Montallegro da oltre vent’anni. Ha iniziato la sua attività con il professor Francesco Pipino, all’epoca Direttore della Clinica di Ortopedia e Traumatologia dell’Università di Genova, e successivamente proseguito collaborando con il dottor Ferdinando Priano. Durante questi anni, la chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio ha fatto notevoli progressi.
– Quali sono state le principali innovazioni nel campo della chirurgia protesica?
«Negli ultimi anni c’è stata una profonda evoluzione sia nei materiali utilizzati per le protesi, sia nell’approccio chirurgico e gestionale del paziente. Le nuove procedure chirurgiche assicurano minori danni alle strutture muscolari, il che si traduce in una riduzione del dolore e in una minor perdita di sangue, consentendo un più rapido recupero funzionale. Inoltre, grazie alla collaborazione con gli anestesisti, i pazienti oggi possono sottoporsi a interventi di bilateralità sia per l’anca sia per il ginocchio».
– Qual è il vantaggio?
«Intervenire una sola volta evita al paziente la ripetizione dell’iter procedurale che precede un intervento, senza considerare lo stress emotivo che lo accompagna. Anche se inizialmente i pazienti sono un po’ timorosi riguardo alla bilateralità, alla fine del percorso sono molto soddisfatti».
– Come hanno cambiato l’approccio chirurgico la minor invasività degli interventi e la maggior durata delle protesi?
«Oggi si interviene precocemente, anche su pazienti di 30 o 40 anni che presentano quadri di severa artrosi e che un tempo attendevano di sottoporsi a un intervento chirurgico fino ai 60 o 65 anni. Questo permette loro di recuperare completamente la qualità di vita».
– Qual è la durata media di una protesi?
«Gli studi dimostrano che una protesi dell’anca può durare 20-25 anni, mentre una protesi del ginocchio 15-20 anni. È tuttavia importante che dopo l’intervento si eseguano i controlli clinici periodici concordati con il chirurgo, per monitorare l’integrità della protesi. Nel caso in cui si verifichi un’usura, si può intervenire sostituendo solo il pezzo usurato, rendendo l’intervento di revisione più semplice e meno invasivo».
– Anche a livello di riabilitazione si sono fatti progressi. I ricoveri sono sempre più brevi e la verticalizzazione avviene più rapidamente.
«Se non ci sono controindicazioni particolari, il paziente viene fatto alzare già il giorno stesso dell’intervento, mentre in passato si aspettava il terzo giorno. Se il decorso post-operatorio è regolare, dopo quattro o cinque giorni il paziente può tornare a casa per continuare il programma riabilitativo in palestra, gestito ambulatorialmente. Solo vent’anni fa il paziente rimaneva ricoverato almeno 15 giorni. Naturalmente, ciò dipende dalle condizioni generali del paziente, dalle eventuali comorbilità, dall’età e da quanto il paziente sia motivato a recuperare rapidamente».
– Le nuove palestre che Montallegro ha messo a disposizione dei degenti agevolano la fisioterapia e il decorso post-operatorio.
«L’aspetto riabilitativo è molto importante e la possibilità di svolgere il programma in strutture adeguate è fondamentale. Oggi a Montallegro c’è la possibilità di usufruire di due splendide palestre attrezzate nella stessa struttura di degenza, che permettono ai pazienti di effettuare gli esercizi necessari per un rapido recupero fin dal giorno stesso dell’intervento, sotto la guida e il controllo dei fisioterapisti».
– Montallegro ha nel suo DNA la continua innovazione, in termini di strutture e tecnologie. Cosa offre oggi?
«In questi anni, la mia attività di chirurgo ha beneficiato degli importanti investimenti fatti nel totale rinnovo strutturale e tecnologico delle tre sale operatorie ad alta efficienza e del blocco operatorio per la day surgery, che garantiscono i migliori standard qualitativi».
– L’evoluzione tuttavia continua. Cosa possiamo aspettarci nei prossimi anni?
«La chirurgia robotica sarà sempre più centrale, sia negli interventi di protesi dell’anca che in quelli di ginocchio. A Montallegro, abbiamo già la possibilità di utilizzare la piattaforma robotica Rosa Knee per la chirurgia protesica di ginocchio e presto ci sarà la possibilità di integrare la robotica dell’anca».