Edoardo Stochino è uno dei più forti nuotatori italiani in acque libere in attività. Le lunghe distanze non lo spaventano, anzi lo stimolano a esprimere il meglio delle proprie potenzialità. Recentissimo l’argento conquistato alla Santa Fe-Coronda, maratona natatoria di 57 chilometri in uno dei fiumi più difficili del Sud America, ma nel suo palmares spiccano, in particolare, i bronzi (2014 e 2016) nei 25 km agli Europei e la Coppa del Mondo di gran fondo nel 2016. Trentenne, chiavarese di nascita, arruolato dalle Fiamme Oro ed esploso alla Nuotatori Genovesi sotto le preziose cure del “guru” Filippo Tassara.
– Edoardo, da quali pagine è composto il tuo capitolo infortuni?
«Non ho avuto grossi problemi: di sicuro aver iniziato la pratica sportiva da ragazzino mi ha aiutato tanto. L’infortunio più brutto è arrivato nel 2015 quando, all’inizio della stagione, ho dovuto interrompere a causa di un brutto fastidio alla spalla. Macinando così tanti chilometri, ogni giorno, può capitare di farsi male ma il fatto di essermi poi confermato ai vertici mondiali nel 2016 vuol dire che la cura ha funzionato molto bene».
– Si parla abbastanza di doping nel panorama sportivo?
«È una piaga che viaggia silenziosa nello sport e ciò non va bene perché quando poi si verificano gli episodi il rumore che fanno è assordante. Occorrerebbe parlarne di più. Informare vuol dire prevenire. Io, fortunatamente, non ho mai affrontati atleti dopati».
–La tua alimentazione è composta da…
«Tanti pasti ma ben bilanciati. Allenandomi sei ore al giorno, ho bisogno di introdurre tante calorie. Ho raggiunto uno stile di alimentazione con 4-5 pasti calcolati in base al mio sforzo fisico».
– Il sogno?
«Le Olimpiadi, naturalmente. Da atleta le ho già sfiorate, chissà che magari in futuro non vada meglio provandoci da tecnico…».
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Foto: dal profilo Facebook di Edoardo Stochino