Francesco Bocciardo è molto più di un campione. È un ragazzo straordinario per passione, qualità e disponibilità. Non si risparmia mai, in piscina e fuori. È la sintesi e il manifesto di quanto lo sport possa essere strumento di crescita e formazione. Nato a Genova il 18 marzo 1994, si è avvicinato al nuoto come forma di terapia perché affetto da diplegia spastica.
– Il nuoto come riabilitazione prima, poi passione, oggi terra di conquista, di medaglie e soddisfazioni…
«Ricordo ancora quando ho debuttato a livello internazionale nel 2011 ai campionati europei di Berlino. Un’emozione unica. Poi i miei primi Giochi paralimpici a Londra, quindi nel 2015 la mia prima medaglia d’oro internazionale, ai mondiali di Glasgow nei 400 metri stile libero».
– Oro anche nel 2016 agli europei di Funchal e poi la grande emozione a Rio de Janeiro…
«Il 13 settembre 2016 rimarrà per sempre una data impressa nel mio cuore. Oro nei 400 m stile libero, la mia gara. Il punto di arrivo di un percorso di sacrifici e grande impegno, ma anche il punto di partenza per una vita in cui lo sport gioca un ruolo davvero decisivo».
– Qual è il tuo rapporto con la salute?
«Un po’ complicato, ma molto bello. È sempre difficile restare perfettamente in salute ma mi rendo conto che è molto importante e faccio di tutto per stare bene con me stesso. In questo lo sport mi aiuta davvero».
– E con l’alimentazione come ti regoli ?
«Cambia a seconda del periodo e del carico di lavoro. È davvero fondamentale. Senza un adeguato stile alimentare certi risultati non si potrebbero mai ottenere».
– L’infortunio più brutto ?
«Il conflitto sub-acromiale alla spalla sinistra nel 2012, poco prima di partecipare alle mie prime Paralimpiadi. A Londra non ero al top, ma solo il fatto di aver conquistato quella qualificazione mi ha fatto dimenticare il dolore».
– Com’è il tuo rapporto con i medici ?
«È molto particolare. Cerco di andarci il meno possibile, solo quando è strettamente fondamentale. In quel caso però ci vado con grande fiducia perché so che il medico fa la differenza e io ne sono la testimonianza».
– Cosa pensi di chi si dopa per arrivare a ottenere i risultati ?
«Il doping è il cancro più grande che ogni sport possa avere. Vanifica gli sforzi di chi ci mette impegno e la persona che si dopa non saprà mail qual è il suo reale valore, che poi è la cosa più bella che lo sport ci può insegnare».
Nella foto: Francesco Bocciardo con la medaglia d’oro conquistata a Rio De Janeiro nel 2016