L’idrocolonterapia è una pratica sempre più diffusa che offre una soluzione efficace per la pulizia del tratto intestinale che si estende dall’ampolla rettale al cieco. Attraverso l’uso di acqua depurata, questa procedura non solo prepara l’intestino per esami medici, ma viene sempre più utilizzata per la disintossicazione e il ripristino della capacità peristaltica intestinale.

Il ciclo di lavaggi colici, eseguiti durante l’idrocolonterapia, contribuisce infatti al ripristino della flora batterica benefica e alla creazione di un ambiente intestinale sano, svolgendo un ruolo fondamentale nella disintossicazione dell’organismo. Per approfondire questa pratica e i suoi benefici, abbiamo intervistato il dottor Gianluigi Pesce, specialista in Chirurgia generale e gastroenterologia, vicepresidente della Società Italiana di Idrocolonterapia e operatore specializzato in colonwash e in idrocolonterapia, che esercita nel suo studio in Montallegro.

– Qual è il ruolo dell’intestino nel mantenimento della salute generale dell’organismo?
«Già Ippocrate, nel IV secolo avanti Cristo, aveva compreso l’importanza di un intestino in buone condizioni per la salute generale dell’organismo. Studi recenti hanno confermato questa intuizione, evidenziando l’importanza di un equilibrio tra la mucosa intestinale, il microbiota intestinale e il sistema immunitario. Se il microbiota intestinale è compromesso, possono insorgere infiammazioni croniche che possono danneggiare la mucosa intestinale e aumentare la permeabilità intestinale. Ciò permette alle sostanze tossiche di essere assorbite nel flusso sanguigno e diffondersi nel corpo, causando potenziali infiammazioni in diverse parti del corpo come la pelle, l’apparato urogenitale, il cuore e il sistema nervoso centrale. Recentemente sono state riscontrate correlazioni tra alcune malattie neurologiche come l’Alzheimer, il Parkinson, l’autismo, la depressione e il microbiota intestinale. Ted Dinan, ricercatore presso l’University College Cork in Irlanda, ha studiato l’utilizzo di alcuni batteri intestinali che ha definito psicobiotici e che hanno una funzione positiva sul sistema nervoso parasimpatico, il quale collega la mucosa intestinale al cervello».

– Come si svolge una seduta di idrocolonterapia?
«L’idrocolonterapia ha l’obiettivo di rimuovere le feci e i batteri patogeni presenti nel colon. La procedura avviene attraverso l’introduzione di acqua depurata tramite una sonda a doppio lume, che consente l’entrata e l’uscita dell’acqua nello stesso tubo. Durante la seduta, della durata di circa 45 minuti, l’operatore monitora il flusso dell’acqua e la pressione all’interno del colon per garantire il comfort del paziente. Lo strumento di ultima generazione di cui Montallegro dispone consente una valutazione in tempo reale di ciò che avviene nell’intestino. Tuttavia, è importante che l’operatore sia adeguatamente formato e segua il protocollo stabilito dalla Società Italiana di Idrocolonterapia. Questo prevede precise e personalizzate manovre atte a eliminare feci e aria accomulata nell’intestino».

– A chi si può consigliare?
«L’idrocolonterapia può essere consigliata a diverse persone in base ai loro obiettivi. Da un lato, è spesso scelta da coloro che seguono una filosofia del benessere e desiderano migliorare la salute generale, ottenere una pelle più liscia e ridurre i depositi di grasso. D’altro canto, l’idrocolonterapia può essere utile per affrontare malattie funzionali del colon come la stipsi cronica o il colon irritabile. In questi casi, l’uso combinato di terapia integrata, purganti osmotici e probiotici può portare a risultati positivi, come dimostrato da uno studio osservazionale che ho condotto su 98 pazienti nell’arco di tre anni. Ho potuto osservare un miglioramento significativo dei sintomi, come un aumento della frequenza delle evacuazioni e una riduzione del disagio addominale. L’idrocolonterapia può anche essere utile in altri contesti, come le infezioni delle vie urinarie ricorrenti, i problemi dermatologici e come forma generale di disintossicazione».

– Può essere una pratica utile in preparazione di un’indagine endoscopica?
«Certamente. Da due anni, in Montallegro, utilizziamo il colon wash come preparazione per la colonscopia. Questa procedura offre notevoli vantaggi in termini di pulizia e praticità rispetto alla preparazione tradizionale. Il colon wash viene eseguito circa due ore prima della colonscopia e richiede solo una dieta priva di frutta e verdura nei giorni precedenti all’esame, insieme all’assunzione di purganti osmotici per ammorbidire le feci. Questo metodo è stato sviluppato dal professor Cosentino, gastroenterologo di Milano, che ha ottenuto ottimi risultati con una casistica di 2800 casi e un tasso di successo del 96%. La mia esperienza conferma questi dati».

– L’idrocolonterapia può avere una funzione preventiva?
«Sì. Mantenere l’equilibrio dell’ecosistema intestinale può contribuire alla prevenzione di malattie metaboliche e tumorali. Recentemente sono state condotte ricerche sulla presenza del batterio fusobacterium nucleatum, che è stato associato alla promozione della crescita di adenomi e tumori, nonché a un’interferenza significativa nella risposta alla chemioterapia. Un lavaggio intestinale può contribuire alla prevenzione eliminando la presenza di questo batterio potenzialmente pericoloso».

– C’è un’età a cui si può consigliare?
«L’idrocolonterapia può essere consigliata agli adulti a partire dai 18 anni, mentre per i bambini viene applicata principalmente in situazioni specifiche, come per esempio il megacolon congenito. Tuttavia, ci sono alcune controindicazioni da considerare, come scompensi cardiaci, tumori, patologie acute come la malattia di Crohn, la colite ulcerosa, l’appendicite, nonché recenti interventi intestinali o patologie infiammatorie rettali. Prima di procedere con l’idrocolonterapia, è importante effettuare un’esplorazione rettale per valutare eventuali problemi acuti. Inoltre, la procedura deve sempre essere prescritta da un medico».

– L’idrocolonterapia è ben accetta dai pazienti?
«L’idrocolonterapia è generalmente ben tollerata, ancor più dalle donne, e la strumentazione utilizzata riduce al minimo il disagio. Questo ha contribuito alla sua popolarità, anche grazie al passaparola di coloro che hanno avuto esperienze positive. Tuttavia, esiste ancora una certa resistenza da parte di una parte della comunità medica. Tuttavia, i giovani medici mostrano un interesse crescente, incuriositi dalle nuove ricerche sul microbiota intestinale che stanno generando un vivace dibattito. Personalmente, ho instaurato una buona collaborazione con alcuni dietologi e gastroenterologi».

– La seduta prevede una preparazione da parte del paziente?
«Non ci sono indicazioni particolari. È possibile mangiare anche due ore prima della seduta».

– Con che frequenza può essere ripetuta?
«Dipende dalle necessità. Nel caso di stipsi, di solito sono necessarie da quattro a sei sedute, con un intervallo di due settimane tra ciascuna, seguite da una seduta di mantenimento una volta al mese. Per depurare l’organismo, si può consigliare una frequenza trimestrale, a ogni cambio di stagione».

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