Implantologia subperiostale: a Montallegro il primo corso dedicato in Italia
A tenere il corso è stato il dottor Guido Schiroli, esperto di questa innovativa tecnica
Si è tenuto lo scorso venerdì 29 settembre in Montallegro il primo corso in Italia dedicato all’implantologia subperiostale, l’innovativa tecnica sviluppata dal dottor Guido Schiroli, che sfrutta le avanzate metodologie digitali per creare un impianto estremamente efficace nella cura dei pazienti con ridotta quantità di osso. Il corso, sold-out, ha visto la partecipazione di 15 dentisti chirurghi. A partire dalla prossima settimana il dottor Schiroli opererà in Montallegro con continuità proponendo questa innovativa tecnica.
– Perché la scelta di Montallegro?
«Il dottor Francesco Berti Riboli ha immediatamente creduto in questo nostro progetto, mettendo a disposizione con grande orgoglio le sale chirurgiche e gli spazi dedicati allo svolgimento del corso. Va sottolineato che il corso rappresenta solo la prima fase della nostra collaborazione, poiché siamo pronti a eseguire interventi di Implantologia subperiostale a Montallegro. È importante ricordare che questa tecnica non richiede anestesia generale né degenza, il che ci permette di operare a costi accessibili, all’interno di una struttura medica che risponde ai più elevati standard di qualità e offre servizi unici nell’intera regione».
– Cosa caratterizza l’implantologia subperiostale?
«Si tratta di una tecnica mini-invasiva che ho sviluppato personalmente circa dieci anni fa, la quale rielabora digitalmente un approccio nato negli anni ’50. È una tecnica particolarmente efficace per pazienti che dispongono di una quantità limitata di osso, ostacolo questo alla realizzazione dell’implantologia tradizionale. L’approccio si basa infatti sulla forma anziché sull’altezza dell’osso disponibile. Grazie all’utilizzo delle più recenti tecnologie, costruiamo un impianto in titanio – fornito da 3DMedica, azienda che vanta un know how trentennale nel settore – che si adatta all’osso come un abito su misura. Come nell’implantologia tradizionale, il paziente esce dalla sala operatoria lo stesso giorno con i suoi denti fissi».
– Quali sono i risultati?
«Nel corso degli ultimi anni, ho effettuato circa 80 interventi, ottenendo risultati completamente sovrapponibili alle tecniche alternative, come gli innesti ossei e gli impianti zigomatici. Rispetto a queste ultime però, il nostro approccio garantisce un intervento meno complesso e meno rischioso, con una invasività decisamente inferiore».
– Cosa hanno appreso i partecipanti?
«Piuttosto che definirlo corso, noi preferiamo parlare di curva di apprendimento poiché il percorso non termina con la singola giornata di formazione. Infatti, poiché non vengono utilizzati strumenti convenzionali, bisogna acquisire la capacità di utilizzo di strumentazione chirurgica dedicata. Durante il corso, i partecipanti hanno conosciuto il protocollo, analizzando il percorso necessario per la creazione di un impianto su misura. Hanno avuto l’opportunità di osservare l’intervento in diretta da una sala adiacente grazie a in collegamento video audio e nel pomeriggio hanno approfondito la tecnica nell’ambito di una discussione sugli aspetti specifici del protocollo. Seguirò personalmente ogni partecipante nel primo intervento per garantire l’affidabilità nella procedura, la tutela del paziente e la verifica dei risultati».