Intervista a Carlo Ambruosi, Direttore Urologia dell’Ospedale Villa Scassi di Genova
Il lavoro svolto, i prossimi impegni, la collaborazione con Montallegro
Scelta in continuità per la guida del reparto di Urologia dell’Ospedale Villa Scassi di Genova. Carlo Ambruosi, già Direttore facente funzione dal febbraio 2020, dai primi di novembre sarà ufficialmente confermato alla guida del reparto. Questa nomina valorizza il lavoro svolto negli ultimi anni da un professionista che abbiamo potuto apprezzare anche in Montallegro.
– Quali sono state le principali azioni intraprese durante questi due anni da Direttore facente funzione?
«In linea con il predecessore, il dottor Fasce, abbiamo potenziato la collaborazione con altri Direttori dell’ASL 3 su vari fronti. Infatti abbiamo rafforzato l’ambulatorio Uro-Oncologico in collaborazione con il responsabile dell’Oncologia, l’ambulatorio di Calcolosi Renale in collaborazione con il responsabile della Nefrologia e l’ambulatorio di Uro-Ginecologia per l’incontinenza urinaria. Inoltre, insieme ai colleghi dell’Oncologia, della Radiologia e dell’Anatomia Patologica, abbiamo creato la Prostate Unit, un percorso standardizzato e più efficiente per i pazienti affetti da tumore prostatico. Abbiamo anche migliorato la biopsia prostatica fusion in collaborazione con i radiologi. Abbiamo poi concentrato le nostre energie sulla chirurgia laparoscopica mininvasiva, cresciuta in questi ultimi anni. Infine, abbiamo istituito un ambulatorio dedicato alle patologie andrologiche al Gallino, dove eseguiamo anche interventi di chirurgia andrologica. Ciò ha permesso di ridurre significativamente le liste di attesa per il varicocele».
– Quali sono i prossimi impegni?
«Nei prossimi mesi intendo potenziare ulteriormente la chirurgia laparoscopica, estendendola anche alla chirurgia uroginecologica. Un obiettivo centrale è ampliare l’utilizzo della chirurgia Laser per trattare i tumori benigni alla prostata. Gli interventi Laser al Tullio (ThuLEP) o a Olmio (HOLEP) sono infatti trattamenti endoscopici mininvasivi che possono sostituire il bisturi, costituendo un’importante innovazione tecnologica per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna».
– Come è nata la collaborazione con Montallegro?
«La collaborazione si è intensificata durante l’epidemia di COVID-19, quando abbiamo operato presso Montallegro per garantire assistenza ai pazienti oncologici, che altrimenti non avrebbero trovato spazio in ospedale per via delle chiusure dovute alla pandemia».
– Questa collaborazione tra pubblico e privato rappresenta un modello da seguire.
«Posso definirla un esempio eccellente di sinergia, in quanto ci ha consentito di gestire in modo ottimale una situazione critica che altrove non è stata risolta con altrettanta efficacia. Va sottolineato che il livello di soddisfazione dei pazienti è stato molto elevato».
– Il suo rapporto con Montallegro sembra essere più saldo che mai.
«In Montallegro svolgo attività ambulatoriale. Inoltre, la maggior parte degli interventi in libera professione intramoenia li effettuo nelle sale operatorie di Montallegro, dove dispongo di tutte le tecnologie necessarie e di un eccellente livello di assistenza. Questo è confermato dai numerosi interventi ad alta complessità eseguiti con successo».