In oltre 100 anni di storia, la Società italiana di radiologia medica (SIRM) non aveva mai avuto una donna alla presidenza. Succederà presto: la genovese Nicoletta Gandolfo, direttrice del Dipartimento di Diagnostica per immagini della Asl 3, guiderà la storica società scientifica per il biennio 2025-2026. Gandolfo è stata eletta durante i lavori del 50esimo Congresso Nazionale della Sirm e sostituirà Andrea Giovagnoni a partire dal gennaio 2025.

– La prima domanda è una curiosità. Perché la nomina a presidente in carica avviene con questo anticipo?
«È una prassi di molte società scientifiche, che da statuto designano il presidente due anni prima. Il motivo è semplice: essendo una struttura molto complessa, che rappresenta tutti i radiologi italiani con 12.000 soci e 20 sezioni di studio, è utile se non fondamentale strutturare un passaggio di consegne tra il presidente in carica e il presidente eletto. Due anni passano in fretta».

– Non si può dire però che lei non conosca bene la realtà di cui sarà presidente.
«Sono iscritta alla SIRM e a diverse sezioni di studio dal 1990 e ritengo di poter mettere al servizio della società la mia esperienza maturata in oltre 12 anni di militanza nelle varie cariche istituzionali nazionali della nostra società, tra cui quelle di consigliere nazionale, vice-presidente, coordinatore nazionale dei dirigenti medici ospedalieri, presidente del comitato scientifico del 48° Congresso Nazionale, coordinatore ECM e delle sezioni di studio, coordinatore della commissione donne radiologo. Questo associato a una continua e crescente esperienza organizzativo-gestionale sia in ambito ospedaliero che territoriale, senza mai aver abbandonato l’attività clinica nei campi di mio maggior interesse».

– Qual è il ruolo della SIRM?
«Il suo scopo è promuovere la formazione dei soci radiologi e medici interventisti, una disciplina medica ma sempre più terapeutica. E poi la ricerca: i progressi tecnologici sono evidenti, ma la figura del professionista rimarrà sempre centrale».

– Quali sono le principali linee programmatiche?
«Come futuro presidente di una società scientifica il primo obiettivo è promuovere la formazione e la ricerca per tutti i radiologi. Nel corso degli anni la SIRM è stata capace di evolvere, crescere e rinnovarsi: da società scientifica a società anche professionale, attenta agli interessi non solo di accrescimento culturale dei soci, ma anche di gestione delle problematiche della professione. Saper intercettare la pluralità e varietà delle necessità e delle aspettative delle singole componenti societarie, anche minoritarie, sforzandosi di offrire a ogni singolo socio strumenti concreti di formazione e informazione, rappresenta il vero equilibrio di una società capace, solida ed efficace.

Ed è proprio ai giovani che ritengo sia importante rivolgere l’attenzione. Giovani che dobbiamo motivare, formare e fare crescere, perché solo loro possono essere il successo delle nostre azioni, il futuro della nostra disciplina. Un maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione della loro attività in ambito societario credo sia la base indispensabile per la continuità della nostra società. Infine, mi è molto caro il tema della comunicazione. Ogni medico è chiamato quotidinamente a comunicare, a tanti livelli: con i pazienti, con i colleghi, con le istituzioni, con i media. Nelle scuole di specializzazione ci viene insegnato poco questo aspetto, eppure è fondamentale».

– Lei è la prima donna alla guida in una storia ultracentenaria. Cosa significa questo e quale visione potrà apportare?
«A spiegare e interpretare il mondo c’è quasi sempre un punto di vista maschile. Eppure le donne esperte sono tante, anche nel nostro campo, dove siamo oltre il 50%. E possono svecchiare una visione e un linguaggio che, ignorandole, trascura i segni del tempo e disconosce l’apporto delle donne in tutti gli ambiti, dalla scienza, alla tecnologia, all’economia, alla politica, alla storia e alla filosofia. Valorizzare anche il lavoro delle donne e dei giovani vuol dire avere uno sguardo lungimirante sul futuro, in cui una partecipazione femminile in linea con quella maschile significa più ricchezza per tutti. Spero di poter essere l’esempio di una donna che ha saputo conciliare vita familiare – sono madre di tre figli – e carriera. Perché non è vero che occorra scegliere tra carriera, attività scientifica e famiglia».

La scheda di Nicoletta Gandolfo

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Redazione