Ci fu un giorno, a inizio agosto 2012, in cui a Genova faceva caldissimo.
Un po’ era il clima afoso di quei giorni, un po’ era per l’occupazione da parte degli anarchici, da poco sgomberati dalla “classica” occupazione di via dei Giustiniani con tanto di scontri e contusi, di uno splendido palazzo in piazza delle Vigne.
Quell’edificio si chiamava e si chiama Palazzo Grillo ed era quasi un’immagine emblematica del degrado del centro storico.
Un gioiello rubato alla bellezza da anni di incuria e di degrado, non solo degli anarchici.
Finché Arte, la società dell’edilizia pubblica regionale, ha iniziato a sistemare tutto: c’è stato lo sgombero, sono iniziati i restauri e ora Palazzo Grillo è una splendida sede espositiva e un hotel di charme, dove la parola charme è addirittura più importante di quella hotel.
Insomma, sta di fatto che Francesco Berti Riboli, che è un esteta di ogni bellezza, si è innamorato di questo posto e ha scelto di trasformarlo in location per l’ultima tappa della prima fase dei Mercoledì della Cultura (e non solo) di Villa Montallegro.
Un percorso filologicamente perfetto che ha attraversato i Palazzi dei Rolli, via Garibaldi e il Siglo de oro, passando da Palazzo Tursi a Palazzo Bianco, da Palazzo Rosso alla mostra su Van Dyck e i quadri della collezione di Carige, per arrivare appunto in piazza delle Vigne. Dove c’è stato il trionfo definitivo dell’iniziativa.
Perché Palazzo Grillo è emozione e Bellezza allo stato puro e I Mercoledì di Montallegro sono riusciti a mostrarcelo in tutte le sue sfaccettature.
Prima, con la parte istituzionale, inaugurazione della mostra “Nuova Terraferma” di Francesco Jodice, sotto lo sguardo benedicente di PierPaolo Giampellegrini, il segreto di tutti i successi della Regione Liguria che è stato uno dei motori della messa a disposizione degli spazi nell’ala del Palazzo ora adibita ad albergo.
Poi, con la mostra vera e propria nello spazio espositivo del Palazzo stesso.
E, infine, con il rinfresco, come al solito ricco di gusti regali, nel chiostro delle Vigne, altro gioiello genovese spesso nascosto alla vista, perché come nel Piccolo Principe l’essenziale è invisibile agli occhi, con la Volpe, la Rosa e tutto il resto che viene di conseguenza.
Poi, a un certo punto, nel chiostro si è materializzata, in ottima compagnia, con un contorno di splendide damigelle e puttini 4.0, anche Anna Chieregato ed è stata come una seconda ondata di splendore, come un’installazione capolavoro di contemporanea, multidisciplinare nella sua maestosità di pensiero, come un’opera d’arte vivente aggiunta a una giornata ricca di Bellezza.
Ma, distrazioni e altri capolavori a parte, c’è per l’appunto il capolavoro della mostra di Francesco Jodice “Nuova Terraferma”
Il resto della Grande Bellezza di questa giornata genovese.
Una mostra straordinaria che mette insieme i video della sala di Atlante, quasi un marchio di fabbrica di Jodice, e le foto di Bettolo, prima, durante e dopo, con personaggi come il palombaro con le pinne che sono un punto di congiunzione fra sogno e realtà, fra elementi onirici e la realtà teoricamente meno poetica che esista.
Teoricamente, come dimostra “Nuova Terraferma”.
Il resto lo fanno la curatela di Cristiana Perrella e la cura dei particolari, che è quasi il marchio di fabbrica di Villa Montallegro e di Francesco Berti Riboli.
Roba che o ce l’hai nel Dna, oltre che nella ragione sociale, o non ce l’hai proprio.
E Francesco e Montallegro ce l’hanno, indubitabilmente.
Tutte caratteristiche trasferite anche nel catalogo Sagep di Bruno Guzzo.
Insomma, va vista.
E raccontarla non può che sminuirla, perchè è difficile mettere un’emozione in una parola.
E la mostra di Francesco Jodice di emozioni ne dà tante.
Per vederla c’è tempo fino al 6 gennaio 2019, a Palazzo Grillo di piazza delle Vigne, dalle 14 alle 20 tutti i giorni dal mercoledì alla domenica. Ingreso libero.
Con due ulteriori bellissime suggestioni.
La prima: vedere questi spazi del centro storico usati così riempie il cuore.
E fa nascere il sogno di vedere una Manifesta, la biennale nomade d’arte contemporanea, anche a Genova.
Pensare alla straordinaria edizione appena conclusa a Palermo, quanto di più internazionale esista in natura, traslato sulla nostra città apre il cuore anche solo a pensarci.
La seconda: 28 novembre, il giorno dell’inaugurazione, Marisa Sotillo Berti Riboli, l’adorata mamma di Francesco, scomparsa nell’estate del 2017, avrebbe compiuto novant’anni.
E questo è il più bel regalo di compleanno pensabile.
C’è dentro il cuore.