La salute otorinolaringoiatrica dei bambini: le risposte dello specialista
Infezioni ricorrenti, tonsille, adenoidi, allergie, epistassi e disturbi del sonno: le risposte dell'otorinolaringoiatra Franco Ameli
Mi dica, dottore
Montallegro è un polo di eccellenza sanitaria che dedica la sua avanzata strumentazione diagnostica e la competenza dei suoi professionisti anche alla salute dei pazienti pediatrici.
Con l’intervista a Franco Ameli, specialista in otorinolaringoiatria, proseguiamo il ciclo di approfondimenti dedicati alla salute dei più piccoli. Lo abbiamo incontrato in Montallegro, dove svolge la sua attività libero-professionale, per approfondire le problematiche otorinolaringoiatriche più comuni nei bambini.
– Quali sono i sintomi o i motivi che più spesso spingono i genitori a richiedere una visita otorinolaringoiatrica per i loro figli?
«Il motivo principale sono le infezioni respiratorie ricorrenti (naso, seni paranasali, faringe, tonsille), spesso di origine virale o batterica. Queste problematiche sono un aspetto cruciale nella crescita dei bambini».
– Come è possibile distinguere un’infezione batterica da una virale, a livello di vie respiratorie?
«Distinguere l’origine è fondamentale, soprattutto per limitare l’uso eccessivo di antibiotici e contrastare la resistenza batterica. Oltre il 60-65% delle infezioni respiratorie infantili è virale, causate da adenovirus o rinovirus. Solo una minoranza è batterica, principalmente da streptococco beta-emolitico. Il tampone rapido per lo streptococco è uno strumento diagnostico utile: in pochi minuti distingue le infezioni batteriche dalle virali. Anche i sintomi aiutano: le infezioni virali spesso iniziano con raffreddore (a volte congiuntivite), tosse, febbre e dolore più lievi e diffusi. Quelle batteriche, invece, presentano dolore più intenso e localizzato e febbre più alta. Tuttavia, il tampone rapido resta il metodo più affidabile per una diagnosi precisa».
– Quali sono le attuali indicazioni per la rimozione delle tonsille nei bambini? Si preferisce un approccio conservativo o esistono ancora precise indicazioni per la tonsillectomia?
«In passato la tonsillectomia era più frequente, anche per la minore disponibilità di farmaci efficaci contro le infezioni. Oggi le indicazioni sono più specifiche e basate sulla frequenza delle infezioni, secondo criteri codificati (numero di episodi annuali/pluriennali). Tuttavia, un’indicazione sempre più importante è la patologia ostruttiva tonsillare. In questi casi, il volume delle tonsille ostruisce significativamente le vie aeree, interferendo con deglutizione e respirazione. La decisione per la tonsillectomia disostruttiva si basa quindi sulla valutazione morfologica (viso, scheletro facciale), indipendentemente dal numero di infezioni».
– Molti bambini presentano adenoidi ingrossate. Quali sono i primi segnali di allarme e quando è opportuno consultare uno specialista?
«Nei bambini piccoli la respirazione fisiologica è nasale, perciò l’ostruzione è mal tollerata. È cruciale distinguere tra infezioni primarie della mucosa nasale (come i raffreddori, che coinvolgono anche le adenoidi) e altre cause di ostruzione. L’adenoidite (infiammazione delle adenoidi) contribuisce all’ostruzione. La visita specialistica, spesso con endoscopia nasale, identifica le cause, incluse quelle allergiche, possibili già a 4-5 anni».
– Raffreddori frequenti nei bambini: qual è la causa più comune?
«Il sistema immunitario nasale del bambino matura progressivamente, diventando pienamente funzionale intorno ai 4 anni. Prima, la mucosa nasale è più vulnerabile alle infezioni per l’immaturità delle difese immunologiche locali. Ciò spiega perché i bambini che frequentano l’asilo precocemente si ammalano più spesso: il loro sistema di riconoscimento degli agenti patogeni non è ancora del tutto operativo. Inoltre, i bambini allergici sono più predisposti alle infezioni virali per specifiche caratteristiche della loro mucosa».
– Le allergie respiratorie rappresentano una problematica diffusa nell’infanzia. Come gestirle e quali sono i segnali che possono far sospettare un’eziologia allergica?
«L’allergia respiratoria è in aumento e interessa quasi un quarto dei bambini. È fondamentale considerarla non solo una reazione immunitaria, ma un processo infiammatorio che predispone a infezioni. Si privilegia un approccio preventivo precoce. Una terapia antiallergica tempestiva può interrompere la “marcia allergica”, cioè l’estensione dell’infiammazione dalle vie aeree superiori alle inferiori. La gestione include l’immunoterapia specifica (vaccini desensibilizzanti), con l’obiettivo di intervenire precocemente per prevenire la progressione. Per avviare un percorso mirato alla gestione delle allergie, è poi cruciale rivolgersi a un allergologo per effettuare test specifici e ottenere una valutazione completa della situazione allergica individuale».
– L’epistassi è un sintomo comune nei bambini. Quando può rappresentare un problema o indicare una condizione più seria?
«L’epistassi (sangue dal naso) è frequente nei bambini, specie nelle femmine, per una maggiore fragilità dei vasi superficiali della mucosa nasale. Questa fragilità è accentuata da riniti ricorrenti e dall’allergia. Nella maggior parte dei casi, non è un problema medico grave e raramente è legata a patologie ematologiche. Tuttavia, può causare disagio sociale e preoccupazione nel bambino e in chi lo assiste. Contrariamente a quanto si crede, non serve iperestendere il capo all’indietro o applicare ghiaccio: la compressione diretta delle narici è il rimedio più efficace».
– I disturbi del sonno rientrano tra le sue aree di specializzazione. Quali sono i sintomi da considerare e quando è consigliabile una visita otorinolaringoiatrica?
«Il russamento nei bambini è spesso segno di un conflitto di spazio tra vie aeree e tessuti circostanti (tonsille, adenoidi), che aumentano di volume per le infezioni ricorrenti. A volte il russamento è transitorio, dovuto a una temporanea sproporzione tra crescita dello scheletro facciale e dei tessuti molli, del tutto fisiologica. Bisogna però approfondire se il russamento diventa persistente o si associa ad apnee notturne. Le apnee non sono fisiologiche nei bambini e richiedono attenzione. Apnee o russamento significativo possono ridurre l’ossigenazione notturna, causando frequenti microrisvegli. Questi disturbi interferiscono con processi fisiologici importanti del sonno profondo: produzione dell’ormone della crescita, sviluppo, recupero fisico, memorizzazione. I bambini con questi disturbi possono mostrare crescita rallentata, difficoltà di concentrazione, iperattività e alterazioni dell’umore».
– Come si interviene in presenza di disturbi del sonno nei bambini?
«L’approccio iniziale valuta il sito di ostruzione e registra il sonno con un esame semplice, la polisonnografia. Questo esame identifica dove e quando il bambino russa o ha apnee, frequenza e durata degli episodi, e livelli di ossigenazione. I risultati della polisonnografia, insieme all’analisi dello scheletro facciale, guidano la scelta terapeutica. Nei casi di ostruzione da ipertrofia adenoidea e tonsillare, l’intervento più comune ed efficace è l’adenotonsillectomia (rimozione di adenoidi e tonsille)».
– Nel suo libro “Orecchie, naso e gola dei bambini”, risponde a numerosi dubbi comuni. Come è nato il libro?
«Il libro nasce dalla frequente disinformazione e dalle nozioni errate dei genitori, spesso basate su informazioni online poco affidabili o consigli di terzi. Ho voluto offrire una guida semplice ma scientificamente rigorosa sulle problematiche otorinolaringoiatriche pediatriche più comuni. Il libro, con illustrazioni per i più piccoli, raccoglie i consigli dello specialista in formato accessibile e pratico per i genitori».