Malattie renali, la prevenzione inizia dall’esame delle urine
Intervista al nefrologo Andrea Icardi per la Giornata mondiale del rene
Il 12 marzo si celebra l’World Kidney Day, la Giornata mondiale del rene. Quest’anno la Giornata ha come slogan “Salute Renale per Tutti e Ovunque”, per segnalare l’importanza di interventi preventivi che evitino l’insorgenza e la progressione della malattia renale. Il che significa soprattutto promuovere stili di vita sani (comprese attività fisica e diete) e puntare sullo screening per i pazienti a rischio di malattia renale cronica (MRC).
Le malattie renali registrano un crescente impatto in tutto il mondo e in particolare nei Paesi meno sviluppati mentre l’insufficienza renale cronica (IRC) è al sesto posto fra le cause di morte a rapida crescita. A livello globale sono 850 milioni le persone affette da patologie renali di vario tipo e l’IRC causa oltre 2,4 milioni di decessi l’anno. L’’insufficienza renale acuta (IRA), colpisce oltre 13 milioni di persone e in una percentuale vicina al 50% dei casi, in particolare nella popolazione anziana, esita in una MRC.
In Italia le persone affette da malattia renale più o meno avanzata sono 2,5 milioni. In molti casi la malattia determina l’insufficienza renale e porta alla dialisi (oggi i pazienti in terapia dialitica sono 50mila). Alternativa alla dialisi è spesso il trapianto: attualmente 6.000 pazienti nel nostro Paese sono in lista d’attesa per un rene.
Parliamo di questi temi con Andrea Icardi (nella foto), nefrologo, già direttore del Dipartimento delle Specialità mediche dell’ASL 3 Genovese e dal gennaio 2016 libero professionista con studio in Montallegro.
I reni: cosa sono, a che cosa servono
– Partiamo dall’inizio: che cosa è il rene?
«I reni sono posti ai lati della colonna vertebrale, in corrispondenza delle prime due vertebre lombari. Sono a forma di fagiolo e misurano circa 12 centimetri per 5. Sono caratterizzati da una parte esterna, corticale e da una interna midollare, Nella corticale si trova la struttura portante dei reni: i filtri (glomeruli) attraverso cui viene depurato il sangue e dove si formano le componenti dell’urina. Nella parte midollare viene raccolta la pre-urina e da qui parte l’escrezione dell’urina che, attraverso gli ureteri raggiunge la vescica».
– Esistono differenze tra i reni dell’uomo e della donna?
«Struttura e forma renali sono identiche, ma le dimensioni sono più ridotte nelle donne, in rapporto alla superficie corporea inferiore rispetto all’uomo. La differenza sostanziale si rileva a carico della via escretrice dell’urina, con riferimento all’uretra, corta e rettilinea nella donna e più lunga e a forma di “S” nell’uomo. Questa diversità spiega la maggiore frequenza di cistiti, cioè di infezioni delle vie urinarie di provenienza esterna, nel sesso femminile».
– Come funzionano i reni?
«Attraverso le due arterie renali il sangue arriva ai reni e viene totalmente filtrato e rapidamente rimesso in circolo lungo le due vene renali. Le funzioni principali dei reni sono la regolazione dei liquidi e dei sali, la depurazione dei prodotti di degradazione (tossine endogene) ed il mantenimento dell’equilibrio acido-base. L’effetto depurativo mantiene costante nel sangue i livelli di azoto, di creatinina e di acido urico: se i loro valori aumentano, la filtrazione non è sufficiente. I reni inoltre producono sostanze attive nel controllo della pressione arteriosa (renina), nella stimolazione delle cellule del midollo osseo per la produzione di globuli rossi (eritropoietina) e nella formazione e nel rafforzamento delle ossa (attivazione della vitamina D )».
L’insufficienza renale cronica
– Il più grave problema prodotto dal malfunzionamento dei reni è l’insufficenza renale cronica. Di che cosa si tratta?
«Si tratta della progressiva e irreversibile perdita della funzione di entrambi i reni, che si verifica negli stadi intermedi ed avanzati della malattia renale cronica».
– Quali sono le cause della malattia renale cronica?
«Le patologie principali sono le glomerulonefriti, cioè malattie che colpiscono i glomeruli presenti nella parte corticale del rene, l’ipertensione arteriosa e il diabete. Altre cause sono le malattie renali congenite ed ereditarie e le nefropatie da farmaci».
Prevenzione e diagnosi della malattia renale cronica
– Come si scoprono questi problemi?
«Considerato che l’ipertensione arteriosa e il diabete sono le cause maggioritarie della malattia renale cronica, l’individuazione e il controllo dietetico-farmacologico di queste affezioni comportano un’importante riduzione della insorgenza della complicanza renale. Nei pazienti ipertesi e diabetici è necessario effettuare l’esame standard delle urine e valutare periodicamente i parametri della funzione renale (creatininemia con formula per stima della funzione renale (e-GFR), azotemia, uricemia). In particolare l’esame standard delle urine e il rapporto urinario albumina/creatinina, eseguiti su campione del mattino e di costo molto contenuto, permettono di diagnosticare la presenza della malattia renale cronica in fase iniziale, e forniscono anche un’indicazione prognostica sulla gravità e la evoluzione del quadro».
– A chi consiglia di effettuare questo esame?
«L’esecuzione di questi semplici esami di laboratorio è da effettuarsi in tutti i soggetti a rischio, non solo negli ipertesi e nei diabetici, ma anche nei portatori di malattia vascolare aterosclerotica, negli obesi e dislipidemici, in persone con familiarità per malattie renali ereditarie (malattia policistica renale, così frequente in Liguria!), in soggetti in terapia prolungata con farmaci nefrotossici e in generale nella popolazione anziana».
I sintomi della malattia
– Oltre ai dati di laboratorio, quali sono i sintomi di problemi renali?
«Nella maggior parte dei casi la malattia renale cronica nelle fasi iniziali è asintomatica. Sono invece frequenti i sintomi della malattia che ha causato la compromissione renale, legati all’ipertensione arteriosa, all’aterosclerosi sistemica, al diabete o a un danno renale primitivo, con alterazioni nel colore delle urine da presenza cospicua di globuli rossi (ematuria) o di globuli bianchi (leucocituria). La perdita di proteine attraverso le urine (albuminuria), se di rilevante entità, può causare ritenzione di liquidi, con edemi prevalenti agli arti inferiori e in sede periorbitaria».
– Questo nella fase iniziale…
«Nelle fasi più avanzate della malattia renale cronica compaiono i sintomi conseguenti alla progressiva perdita (insufficienza) della funzione renale: aumenta la quantità di urine prodotte soprattutto di notte e si manifestano anche i disturbi conseguenti alla ritenzione delle scorie (riduzione dell’appetito, alitosi, nausea, vomito, prurito). Possono inoltre sorgere dolori ossei e articolari, crampi muscolari, facile stancabilità e difficoltà respiratorie. È un dato certo che il paziente con malattia renale cronica presenta una specifica predisposizione ad avere complicanze cardiovascolari».
Le terapie
-Quali sono le cure della malattia renale cronica e, in particolare, dell’insufficienza renale?
«Gli obiettivi degli interventi terapeutici sono quelli di arrestare, o perlomeno rallentare, l’evoluzione della malattia renale cronica verso gli stadi più avanzati (insufficienza renale), evitare l’insorgenza dei sintomi e ridurre le complicanze cardiovascolari. È evidente che la possibilità di terapia nelle fasi iniziali comporta il migliore risultato. La cura della malattia che ha causato il danno renale è fondamentale, per impedire ulteriori compromissioni: dieta iposodica e farmaci antipertensivi, controllo dei valori glicemici, riduzione del peso corporeo e utilizzo di antidislipidemici, abolizione dei prodotti nefrotossici, interventi farmacologici mirati nelle glomerulonefriti e utilizzo di prodotti che riducono la perdita urinaria di proteine sono i presìdi da mettere in atto in rapporto ai fattori con-causali individuati».
– E quando l’insufficienza renale è in stato avanzato?
«I mezzi terapeutici utilizzati negli stadi della malattia in cui l’insufficienza renale è già conclamata sono dedicati alla conservazione delle funzione renale residua (terapia conservativa) e prevedono una dieta ipoproteica, bilanciata nell’apporto calorico e di ioni (Potassio, Sodio, Calcio e Fosforo) unitamente a integrazione con vitamina D attiva, farmaci ad azione fosfochelante/alcalinizzante ed eritropoietina di ricombinazione (EPO), di sicuro effetto nella cura dell’anemia secondaria».
– Fare attività fisica è utile?
«L’attività fisica è sempre consigliata, con eventuali limitazioni legate al singolo caso».
– La terapia conservativa può evitare o ritardare dialisi o trapianti?
«Il Paziente affetto da insufficienza renale cronica in terapia conservativa, che si sottopone a periodici controlli nefrologici e segue con scrupolosa osservanza le norme dietetico-farmacologiche prescritte, si assicura una qualità di vita normale, non presenta sintomi soggettivi e riduce le complicanze cardiovascolari. L’eventuale passaggio alla terapia sostitutiva (dialisi e/o trapianto di rene) viene posticipato e, comunque, affrontato in condizioni psico-fisiche molto buone, in assenza di ricoveri ospedalieri».