Matteo Puppo è una promessa mantenuta della Vela italiana. Scuola Yacht Club Italiano, il venticinquenne genovese prepara l’assalto alle Olimpiadi di Tokyo nella specialità del 470 insieme a Matteo Capurro. Un binomio più volte vincente, capace di lanciare il primo segnale all’Europa velistica in occasione degli Europei Junior 2015 di Salonicco. Quindici-venti uscite al mare ogni mese, tanta attività preparatoria anche a terra e massima cura dei dettagli per far viaggiare veloce la propria imbarcazione.
– Matteo, a tavola l’attenzione è la stessa che avete bordo del vostro 470?
«Io e il mio compagno di barca Matteo Capurro siamo molto attenti alla nostra alimentazione. Abbiamo esigenze di peso da soddisfare. Nel mio caso il peso forma sarebbe 80 chili ma devo tenermi sui 75 per non far soffrire troppo Matteo. In barca, assieme, non possiamo superare i 140 chili. Un dietologo ci fornisce indicazioni per una piano alimentare bilanciato».
-Rinunce?
«Ci sono cibi di cui siamo particolarmente golosi. Se sono previsti nella nostra dieta, bene e siamo felici di poterli consumare, altrimenti bisogna eliminarli completamente dal nostro menù. Per me è un problema perché sono una buona forchetta».
– Il capitolo infortuni…
«…è, per fortuna, una pagina bianca. Mai avuti, forse anche perché ritengo molto importante la prevenzione».
– Il contatto con i medici è frequente?
«Il rapporto è ottimo, soprattutto sono molto contento della settimana di visite medico-sportivo che svolgiamo a inizio di ogni stagione agonistica a Roma. In 4-5 giorni passi da oculista a otorino, fisiatra, cuore, analisi del sangue. È davvero utile. Farle anno dopo anno, aiuta a valutare le variazioni del proprio corpo».
– Tokyo 2020 quanto è distante?
«Sarà difficilissimo, ma noi vogliamo farci trovare pronti. Ci sono diversi appuntamenti preparatori, ad agosto in Danimarca prenderemo coscienza del nostro valore internazionale in rapporto agli altri equipaggi».
Per saperne di più
Il 470 è una barca a vela da competizione per due atleti disegnata dall’architetto francese André Cornu. È entrata nel programma olimpico dal 1976, per la classe maschile e dal 1988 per quella femminile. Il nome deriva dalla sua lunghezza fuori tutto (al galleggiamento è 440 cm). È larga 168 cm, pesa 115 kg ed è dotata di tre vele: randa, fiocco e spinnaker.
La foto di apertura (con Matteo Capurro e Matteo Puppo in gara) è di Fabio Taccola/AGnetwork/FIV ed è tratta dal sito Federvela (www.federvela.it)