Samir Giuseppe Sukkar (nella foto), responsabile dell’Unità operativa dipartimentale di Dietetica e Nutrizione clinica del Policlinico San Martino, docente universitario e con studio in Montallegro, assieme al primario di malattie infettive di quell’ospedale, Matteo Bassetti, ha pubblicato per OECI, Organisation European Cancer Institute, un articolo scientifico su Covid-19 e alimentazione: dalla prevenzione alimentare alla terapia nutrizionale. Lo abbiamo intervistato su questi temi.

– Quale ruolo gioca la nutrizione nella prevenzione?

«Per quanto riguarda la prevenzione è importante l’aspetto nutrizionale e dello stile di vita. L’intervento preventivo riguarda soprattutto, da un lato la malnutrizione, dall’altro il sovrappeso e l’obesità con il controllo rigoroso degli aspetti metabolici nei soggetti con poli-morbilità».

– Parliamo della gestione del rischio malnutrizionale.

«La prevenzione, la diagnosi e il trattamento della malnutrizione deve essere un punto cruciale nel prevenire le complicanze della COVID-19. Il rischio e la presenza della malnutrizione può essere valutato mediante una serie di parametri ormai consolidati e indicati dalle società internazionali di nutrizione clinica. Recentemente è stato introdotto il GLIM (Global leadership initiative on malnutrition) che definisce la malnutrizione in funzione di almeno due criteri: fenotipico e eziologico. I fattori fenotopici sono sostanzialmente: visibile perdita di peso negli ultimi mesi, basso indice di massa corporea, ridotta massa muscolare. I criteri eziologici invece sono dati dalla riduzione dell’apporto alimentare e dal grado di infiammazione».

I segnali che devono preoccupare

– Tra questi fattori c’è il calo di peso: quando è da considerarsi spia di malnutrizione?

«Quando il calo percentuale di peso è maggiore del 5% o del 10% negli ultimi sei mesi. Per quanto riguarda l’indice di massa corporea, quando risulta minore di 20 in pazienti di età inferiore ai 70 anni o di 22 sopra i 70 anni. Come è noto, l’indice di massa corporea o IMC, si calcola dividendo il peso in chili per il quadrato dell’altezza in metri».

– Oltre a questi indicatori, quali sono i segnali che devono allarmare soprattutto in una persona anziana?

«L’attenzione va focalizzata sul calo di peso involontario, sul calo dell’appetito, sulla riduzione della forza e sulla modalità di marcia cioè la velocità con cui si cammina; sul verificare la capacità di alzarsi dalla posizione seduta, nella modalità di presa degli oggetti o sulla stretta di mano. Nel paziente anziano o oncologico sono segnali importanti che devono spingere il medico all’esecuzione di esami più specifici per verificare lo stato nutrizionale. La sarcopenia, cioè la perdita di massa muscolare, rientra nelle complicanze della malnutrizione e può associarsi anche a maggiore rischio respiratorio e cardiovascolare».

– Come si esce dalla malnutrizione?

«Con una corretta dieta che consente di utilizzare proteine nobili o ricorrere a integratori per potenziare la massa muscolare. Consigliabile è anche la riabilitazione respiratoria aerobica. L’esercizio aerobico è un’attività fisica costante a sforzo moderato che tonifica i muscoli in generale e, aumentando le richieste di ossigeno, rafforza il muscolo cardiaco e i muscoli respiratori. Ne fanno parte, per esempio, la marcia, il nuoto, andare in bicicletta e attività simili eseguite senza scatti, oppure gli esercizi ginnici che si eseguono in palestra senza affanno».

Gli alimenti consigliabili

– Ha parlato di integratori. Quali sono gli alimenti consigliabili?

«L’utilizzo delle proteine di siero di latte come integratore è valido così come gli alimenti che contengono siero di latte quali la ricotta che rappresentano le proteine di scelta nel migliorare la sintesi proteica. Le sieroproteine di latte contengono anche glutammina e cisteina che svolgono un ruolo antiossidante importante e antiinfettivo».

– Si parla anche di arginina: in quali alimenti si trova?

«Nella carne rossa e carne bianca, pesce, latticini, frutta secca come arachidi, mandorle, noci e nocciole. Si trova anche nel riso, nell’avena, nel mais e nel grano saraceno. È dimostrato che questo aminoacido migliora la clearance batterica e ed è in grado di migliorare la risposta immunitaria».

– Altre sostanze che agiscono positivamente?

«Vediamo rapidamente gli alimenti consigliabili. La vitamina A, che è nel rosso dell’uovo e nei caroteni  di derivazione della frutta e verdura arancione, è considerata antinfettiva. La vitamina C, ancora nella frutta acidula come arance e kiwi. Gli omega-3, la cui fonte principale è il pesce e i cui precursori si trovano nei frutti oleaginosi (noci, mandorle, pinoli, nocciole, ecc) che  contengono anche zinco e selenio. Poi la vitamina E, antiossidante delle membrane cellulari: si ottiene dall’olio extravergine di oliva. Segnalo gli amminoacidi essenziali per la difesa immunitaria: glutammina, cisteina e arginina. Il primo si trova negli alimenti animali, in particolare  nel latte ma  anche nei pesci, pollo, tacchino, cavoli crudi e barbabietole. La cisteina si trova in latte, uova, pesci, nelle noci, nelle mandorle e nel sesamo. L’arginina è contenuta in alimenti animali ma e anche nelle cipolle, nelle lenticchie e nei fagioli, nelle banane».

Alimentazione e Covid-19

– È vero che l’infezione da Covid-19 è più grave nei pazienti obesi e nei diabetici?

«Purtroppo è così. L’obesità è una patologia cronica caratterizzata da un eccesso di tessuto adiposo che determina alterazioni metaboliche con riduzione della qualità e durata della vita a causa delle patologie ad essa associate. A maggior ragione in questo momento, i pazienti obesi e sovrappeso dovranno ridurre il peso. Così come i pazienti diabetici dovranno essere rigorosamente controllati dal punto di vista del controllo della glicemia soprattutto laddove, in corso di iniziale sintomatologia legata alla malattia Covid-19 lo stress e l’infezione si associno a iperglicemia. Al Policlinico San Martino stiamo sperimentando per i colpiti da Covid-19 una dieta chetogenica, a ridotto contenuto di carboidrati».

– E quale dieta si consiglia alle persone guarite?

«È importante che si tenga conto del lungo periodo di inattività e di astenia che consegue alla perdita di massa muscolare e della funzione muscolare. In questi pazienti una spiccata attenzione alla riabilitazione funzionale motoria e respiratoria associata a un buon supporto di proteine ad alto contenuto di aminoacidi essenziali deve essere valutata nel lungo periodo».

– In sintesi, dal punto di vista nutrizionale, quale è il consiglio per attuare un’efficace prevenzione dal Covid-19?

«La prevenzione del Covid-19 è basata sul miglioramento della forza e della massa muscolare nel soggetto sottopeso e sul controllo del peso e della pressione del soggetto in sovrappeso, stretto controllo della glicemia in caso di malattia diabetica e infine dalla correzione delle carenze vitaminiche e minerali presenti nella maggior parte della popolazione over 50. Lo stile di vita dovrà essere improntato sulla lotta alla sarcopenia, comune al soggetto malnutrito, ma anche al controllo del paziente obeso e cardiopatico. Una buona esposizione al sole e attività fisica aerobica e costante è fondamentale per mantenere alte le difese».

In apertura Foto di ElasticComputerFarm da Pixabay.

Scritto da:

Mario Bottaro

Giornalista.