Storie di Medici di guardia: le donne protagoniste
Giovani, competenti e in prima linea: in Montallegro la guardia medica è donna e forma il futuro
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Chiara Teramo, Medico di guardia presso Montallegro, alla fine dello scorso anno ha salutato la struttura. Un nuovo incarico l’attende, la specializzazione in Chirurgia plastica. Il suo messaggio di commiato, rivolto alla Direzione, è stato lo spunto per raccontare le storie di altri medici che hanno ricoperto questo ruolo. «È stata una decisione difficile – scrive la Teramo – ma è il momento di intraprendere nuove sfide. È stato un anno intenso e molto formativo, un’esperienza che porterò nel mio futuro». Parole che evidenziano come, per molti, l’esperienza di Medico di guardia rappresenti un passaggio cruciale, non una semplice parentesi lavorativa.
Elisa Modonesi: la “gavetta” che tempra il carattere e rafforza le competenze
Elisa Modonesi ha iniziato a lavorare come Medico di guardia in Montallegro nel 2009, per terminare nel 2017, anni in cui ha affiancato questo incarico alla specializzazione in Cardiologia. Un periodo intenso, fatto di notti insonni. «Il primo pensiero che mi viene in mente è che un Medico di guardia non deve patire il sonno, ma è anche un’occasione di crescita professionale straordinaria» racconta con un sorriso Modonesi, definendo quegli anni come una insuperabile “gavetta”. «Fare il Medico di guardia in una struttura come Montallegro è una delle cose più faticose, ma più appaganti che ci possa essere». Un percorso formativo irrinunciabile, durante il quale si impara a gestire le emergenze, a collaborare con i colleghi e, soprattutto, a prendersi cura del Paziente a 360 gradi: «Capisci cosa vuol dire interagire e collaborare coi colleghi vedendo il Paziente da tutti i punti di vista». Un’esperienza che richiede, oltre alle competenze cliniche, una particolare sensibilità nella gestione del Paziente e anche dei suoi familiari. Un’abilità diplomatica che si aggiunge alle competenze cliniche, a testimonianza di come la professione medica sia sempre un mix di scienza e arte della relazione.
Elisa Bazzurro: è un’esperienza formativa per una neolaureata
Elisa Bazzurro, la più giovane tra le testimonianze raccolte, ha lavorato in Montallegro come Medico di guardia per circa un anno, fino a ottobre dello scorso anno. Per lei, fresca di laurea, l’esperienza è stata unica. «Appena usciti dall’università ci si trova un attimo spaesati – ammette Bazzurro – e invece il ruolo di Medico di guardia in Montallegro è straordinario dal punto di vista formativo, perché si vedono diversi casi, sia chirurgici sia di medicina interna e ci si fa un’idea di quello che effettivamente è avere a che fare con il paziente. E, tutto sommato, è comodo anche nella gestione degli orari». La possibilità di fare riferimento a un Medico curante, inoltre, offre ai neolaureati la tranquillità necessaria per affrontare le prime esperienze sul campo.
Secondo Bazzurro, le doti essenziali per un buon medico di guardia sono la disponibilità, la capacità di lavorare in squadra – «è fondamentale imparare a gestire la situazione con l’aiuto delle infermiere, degli anestesisti, dei medici curanti» – e una profonda umanità. Ricorda, in particolare, il caso di un giovane Paziente oncologico in fase terminale. «Un caso che mi ha particolarmente segnato, da un punto di vista clinico e umano. Mi ha colpito soprattutto la delicatezza del Medico curante». Un episodio che evidenzia come la professione medica non sia solo cura del corpo, ma anche sostegno emotivo e vicinanza umana, soprattutto nei momenti più difficili.
Tre esperienze differenti, che dimostrano che la guardia medica in Montallegro resta un percorso utilissimo nella formazione dei giovani Medici. Una “scuola di vita e di professione”, che tempra il carattere e migliora le competenze, preparando a una professione in continua evoluzione.
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