A 27 anni, nel 2018, vive la miglior stagione di una carriera ancora lunga. Ha cuore, ha coraggio e voglia di migliorare. È quasi in vetta all’Olimpo del rugby, avendo raggiunto i gradi di vicecapitano della Nazionale, ma non intende accontentarsi. Tommaso “Tommi” Castello è uno dei più felici prodotti del vivaio del CUS Genova Rugby. Oggi è trequarti centro delle Zebre ma non dimentica i trascorsi sui campi liguri e piemontesi dove corpo, carattere e mente si formano a contatto con terra e polvere perché il sintetico è un optional… Successi con la palla ovale, ma anche in campo universitario: dopo la laurea in Scienze Motorie, un nuovo percorso nella facoltà di Ingegneria Meccanica.
– Tommi, come ti “schieri” a tavola?
«Seguo indicazioni, non una dieta vera e propria. Cerco di mangiare 5 volte al giorno alimenti magri e proteici».
– Quale valore ha l’alimentazione?
«Insieme al riposo, al pari dell’allenamento, ecco tre componenti fondamentali della vita di un atleta. Sono in grado di far la differenza, soprattutto con l’avanzare degli anni».
– Sei goloso?
«Non particolarmente, ma non mi privo mai di nulla. Cerco semplicemente di non eccedere con cibi grassi e alcool”».
– Piatti preferiti?
«Pizza e trofie al pesto”».
– L’infortunio più grave?
«La lesione di entrambi i legamenti crociati anteriori delle ginocchia. Mi sono rotto il destro giocando nel 2009 con la Nazionale Under 18 in Sudafrica e il sinistro nel 2013 con Calvisano. Per il primo infortunio, stop di un anno e per il secondo oltre sei mesi…».
– Qual rapporto c’è tra staff medici di club e Nazionale?
«Sono costantemente in contatto e collaborano al massimo per esser informati sul nostro stato di salute. Personalmente mi trovo molto bene con tutti i medici che operano per la Nazionale e per le Zebre”».
– Il sogno da realizzare?
«Voglio giocare i Mondiali del 2019».
Nella Foto, Tommaso Castello (a destra) con Michele Corti durante la premiazione di Stelle nello Sport 2018