Marzo è il mese dedicato alla prevenzione del tumore del colon retto, una neoplasia che, per incidenza, si colloca al secondo posto tra le donne e al terzo tra gli uomini in Italia. Le statistiche evidenziano come questa patologia rappresenti la seconda causa di morte per cancro in entrambi i sessi, con un’incidenza che aumenta significativamente dopo i 50 anni. Nella maggior parte dei casi, il tumore del colon retto trae origine da polipi adenomatosi, formazioni benigne della mucosa intestinale che, in un arco temporale stimato tra i 7 e i 15 anni, possono evolvere in forme maligne. Proprio in questa fase di transizione, lo screening riveste un ruolo fondamentale, consentendo una diagnosi precoce e l’asportazione dei polipi prima che diventino pericolosi.
Abbiamo incontrato in Montallegro il dottor Paolo Massa, specialista in gastroenterologia, per approfondire l’importanza della prevenzione e le strategie più efficaci.

«La prevenzione del tumore del colon retto si fonda su uno stile di vita sano, ma l’arma più potente è lo screening con esami specifici per identificare e trattare i polipi, lesioni asintomatiche nel 90% dei casi. La ricerca del sangue occulto fecale mostra limiti evidenti. Pertanto, dopo i 50 anni anche in assenza di sintomi, la colonscopia si impone come l’indagine di prima scelta per la sua elevata affidabilità e per la possibilità di rimuovere contestualmente eventuali polipi, il tutto in sedazione».

– Quando è consigliato anticipare la prima colonscopia?
«In presenza di familiarità per polipi o tumore del colon in familiari di primo grado, è imperativo anticipare l’esecuzione della prima colonscopia intorno ai 40-45 anni, sempre in soggetti asintomatici. Ovviamente la presenza di sanguinamento rende l’esame colonscopico necessario anche in età più giovane».

– Quali altri segnali consigliano una colonscopia anticipata?
«L‘anemia in un paziente asintomatico deve rappresentare un campanello d’allarme che indirizza verso l’esecuzione di una colonscopia. Anche i pazienti affetti da colite ulcerosa, a causa del loro aumentato rischio, necessitano di controlli più ravvicinati».

– A quali altri esami si può andare incontro?
«La ricerca di marcatori tumorali come l’antigene carcino-embrionario (CEA), sebbene utile nella caratterizzazione di un tumore già diagnosticato, non può in alcun modo sostituire la colonscopia nello screening. Il clisma opaco è una procedura radiologica che può rivelarsi utile quando la colonscopia non riesce a esplorare completamente il colon, fornendo informazioni aggiuntive sugli organi adiacenti, ma non consente la rimozione di eventuali lesioni».

– Quanto può essere utile la colonscopia virtuale rispetto a quella tradizionale?
«La colonscopia virtuale, pur richiedendo una preparazione intestinale analoga alla colonscopia tradizionale, è un esame radiologico eseguito senza sedazione e con insufflazione di aria nel colon: il che la rende meno tollerabile. Nonostante possa identificare i polipi, non permette la loro asportazione, rendendo inevitabile una successiva colonscopia tradizionale. Quest’ultima garantisce una visione diretta e l’opportunità di un intervento immediato».

– Quanto è importante l’intelligenza artificiale come supporto al medico durante l’esame diagnostico?
«L’intelligenza artificiale si configura come un ausilio fondamentale durante la colonscopia. L’AI supporta attivamente l’operatore nell’individuazione dei polipi, specialmente in condizioni di visualizzazione non ottimali, riducendo significativamente il rischio che piccole lesioni sfuggano all’osservazione».

– Perché scegliere Montallegro per l’esecuzione di una colonscopia?
«Montallegro rappresenta una scelta di eccellenza per la disponibilità di strumentazioni all’avanguardia e per la comprovata professionalità del suo team medico e infermieristico. L’esperienza del nostro personale infermieristico assicura una percentuale elevatissima di procedure complete. Inoltre, la struttura garantisce la possibilità di operatività immediata in caso di riscontro di polipi o complicanze, grazie alla costante presenza di anestesisti esperti, assicurando i più elevati standard di sicurezza e qualità. L’organizzazione efficiente, la professionalità indiscussa e la centralità del paziente ci permettono di lavorare con serenità e massima sicurezza».

– In caso di diagnosi di neoplasia, quali sono gli ultimi traguardi della medicina?
«In caso di neoplasia del colon, l’approccio primario e imprescindibile è quello chirurgico: Montallegro si avvale di chirurghi di comprovata esperienza nel settore. Successivamente, si ricorre a terapie chemioterapiche, integrate dalle più recenti e avanzate opzioni terapeutiche come gli anticorpi monoclonali. Gli oncologi di Montallegro collaborano sinergicamente con il nostro team, assicurando una presa in carico multidisciplinare e l’accesso alle terapie più innovative e validate, adattate alle specifiche esigenze di ogni paziente, con standard di cura di massimo livello».