Innovazione ed eccellenza
Ventura: «Come migliora la riabilitazione con le nuove palestre per i degenti Montallegro»
Al quarto piano di Villa Montallegro, due spazi attrezzati per la prima riabilitazione
Le nuove palestre attrezzate dedicate alla riabilitazione dei degenti di Villa Montallegro sono ora in pieno regime d’utilizzo. Francesco Ventura, consulente per le attività di riabilitazione in degenza di Villa Montallegro e Direttore dell’UO di Riabilitazione generale e oncologica dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, ci racconta tutto a proposito di queste strutture situate al quarto piano di Villa Montallegro, che occupano due spazi di 30 mq ciascuno.
– A poco più di un mese dalla loro apertura, quali sono i punti di pregio di questi nuovi spazi?
«Avere spazi attrezzati a disposizione dei pazienti degenti ci permette di effettuare un programma riabilitativo di qualità superiore al passato, quando il primo trattamento riabilitativo doveva svolgersi in camera o al massimo lungo i corridori e le scale della degenza».
– Quali sono le peculiarità delle palestre?
«Pur essendo di metratura contenuta, le palestre sono ampiamente sufficienti per una prima riabilitazione, anche sotto il profilo della strumentazione e dei macchinari. Una delle palestre è dotata di apparecchiature idonee ai trattamenti a favore di pazienti con diagnosi generica di decondizionamento fisico, ossia pazienti che hanno subito un intervento chirurgico, a sua volta seguito da un allettamento o comunque da una lunga convalescenza durante la quale non hanno potuto essere verticalizzati. Nell’altra palestra, invece, ci sono apparecchiature più adeguate per i pazienti che hanno subito interventi come la protesi d’anca o di ginocchio, per eseguire attività di riabilitazione al passo ma anche ginnastica segmentale. Anche i pazienti oncologi e neurologici possono usufruire delle nuove palestre sebbene siano soprattutto gli ortopedici e i decondizionati ad averne maggiore bisogno».
– Qual è stata la risposta dei pazienti?
«Assolutamente positiva, e nell’apprezzamento incide anche la possibilità di uscire dalla stanza e accedere a uno spazio suggestivo, luminoso, con una vista panoramica. È un ulteriore stimolo psicologico che non può che essere positivo nel percorso riabilitativo di un paziente».
– Quanto è importante intraprendere un percorso riabilitativo già nei primi giorni post operatori?
«È indispensabile. Ormai l’indicazione, in caso di protesi d’anca o di ginocchio, è di verticalizzare il paziente il giorno stesso dell’intervento, perché non c’è alcuna ragione, a meno di complicanze, che vieti un carico precoce. Precoce non significa assoluto: vuol dire far alzare il paziente con le dovute attenzioni, ad esempio con un girello, un sostegno o una stampella. Essere in grado di farlo in condizioni protette, come quelle che possono garantire le nuove palestre, in presenza di personale preparato come i nostri terapisti, è una soluzione adeguata e favorevole al pieno recupero del paziente».
– Garantendo un percorso riabilitativo più efficace e più appropriato, in alcuni casi potranno essere ridotti i tempi di dimissione?
«Uno degli obiettivi – e parlo anche da medico ospedaliero – è quello di far uscire il paziente il più rapidamente possibile in condizioni di autonomia e sicurezza. La riabilitazione tempestiva può garantire questa condizione e quindi accelerare i tempi di dimissione. Ovviamente seguita da una seconda fase ambulatoriale, in cui il paziente può ricevere assistenza continua e proseguire il suo iter».
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