Intervista al dottor Gian Luca Pariscenti, specialista in chirurgia toracica

Il primo agosto si celebra il World Lung Cancer Day, giornata mondiale dedicata alla prevenzione del tumore al polmone. Il dottor Gian Luca Pariscenti – direttore dell’unica Unità Operativa complessa di chirurgia toracica della Regione Liguria, Hub regionale e responsabile del centro di riferimento ligure per lo screening di questa neoplasia presso l’IRCCS Policlinico San Martino e specialista in Montallegro per l’attività in libera professione – ci racconta l’importanza della prevenzione, i fattori di rischio e il quadro delle nuove tecnologie e dei percorsi terapeutici disponibili.

– Oltre al fumo, notoriamente il principale fattore di rischio, ne esistono altri?
«Il fumo di tabacco è certamente la causa principale, attribuibile all’85-90% dei casi di tumore al polmone. Esistono però altri fattori di rischio. Tra questi, l’inquinamento atmosferico, alcuni tipi di lavoro – che prevedono l’esposizione prolungata all’inalazione di polveri sottili, amianto o di agenti chimici – l’abuso di alcol, la predisposizione genetica in famiglie con casi di tumore al polmone e, infine, anche alcuni tipi di alimentazione».

– Il tumore al polmone è in aumento o la sua diffusione si mantiene stabile?
«Purtroppo il tumore al polmone è una delle principali cause di morte al mondo. In Italia colpisce principalmente le persone di età superiore ai 50 anni, con un picco di incidenza tra i 70 e i 75 anni. Rappresenta il 20,6% del totale delle morti negli uomini e il 7,9% nelle donne. Un dato allarmante, se consideriamo che – sebbene sembrasse in diminuzione, grazie anche alle campagne contro il fumo – negli ultimi anni la sua incidenza si è stabilizzata e in alcune aree è addirittura aumentata».

– Quali consigli di prevenzione possiamo dare a chi fuma e a chi ha smesso di recente?
«Il primo consiglio, naturalmente, è quello di smettere di fumare per ridurre significativamente il rischio di sviluppare il tumore al polmone. A questo scopo, sono a disposizione centri antifumo specializzati con pneumologi che offrono un valido aiuto per abbandonare il fumo grazie a un percorso personalizzato che include l’utilizzo di farmaci, come per esempio la citisina e il supporto psicologico. Per quanto riguarda i fattori di rischio legati alla professione, è importante utilizzare sempre sul luogo di lavoro le misure di protezione per poter ridurre al minimo i rischi. Nella vita di tutti i giorni, per prevenire la malattia è bene fare regolare esercizio fisico e un’alimentazione che preveda tanta frutta e verdura».

– Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?
«Il sintomo più comune del tumore al polmone è la tosse, soprattutto se persistente, che non si attenua con i comuni farmaci e tende a peggiorare nel tempo. Altri sintomi da non sottovalutare sono la raucedine persistente, la presenza di sangue nel catarro e il respiro corto. Quando compaiono sintomi come il dolore al petto, la perdita di peso, di appetito o estrema stanchezza, ci si trova spesso di fronte a un tumore che non è più operabile perché in fase avanzata. Purtroppo circa l’80% dei pazienti riceve una diagnosi quando il tumore è ormai in fase avanzata».

– Quali esami sono utili per una diagnosi precoce?
«Attualmente in Italia non esiste uno screening per la prevenzione del tumore al polmone consolidato a livello nazionale. Il Ministero della Salute ha però approvato un programma sperimentale chiamato RISP, Rete Italiana Screening Polmonare, a cui aderiscono 18 centri, tra cui quello del Policlinico San Martino di Genova, di cui sono responsabile per la Liguria. Questo programma prevede l’utilizzo della TAC (TC) a bassissimo dosaggio per i soggetti a rischio: forti fumatori tra i 55 e i 75 anni, che hanno fumato almeno 20 sigarette al giorno per 30 anni, oppure 40 sigarette al giorno per 15 anni, o ex forti fumatori che hanno smesso di fumare da meno di 15 anni. La TC a bassissimo dosaggio si è dimostrata molto efficace nella diagnosi precoce del tumore al polmone e consente anche di valutare la presenza di altri fattori di rischio, come le calcificazioni coronariche e il grado di enfisema».

– Questa TC a basso dosaggio è disponibile anche a Montallegro?
«Certamente. Presso Montallegro la TC a bassissimo dosaggio viene effettuata da un team di radiologi altamente qualificati di cui alcuni fanno parte della rete nazionale RISP. A Montallegro, nel caso in cui la diagnosi evidenzi un nodulo polmonare in fase iniziale, è possibile eseguire una TC di completa stadiazione e una broncoscopia diagnostica da parte dei pneumologi oppure una agobiopsia TC guidata. Inoltre, a Montallegro eseguo tranquillamente, insieme ai medici della equipe da me diretta, un intervento chirurgico mini-invasivo toracoscopico con un bassissimo impatto per il paziente. Con un solo piccolissimo accesso tra le coste, senza l’incisione di muscoli e senza divaricazione delle coste, si riesce a effettuare un intervento radicale di asportazione del tumore e dei linfonodi, con una degenza di soli 4-5 giorni e un ritorno all’attività normale nell’arco di due settimane».

– Quali sono le innovazioni più significative nel campo della chirurgia toracica per la cura del tumore al polmone?
«Da una parte, quando non si può effettuare una biopsia dei noduli polmonari sotto guida TC o broncosopica, la localizzazione toracoscopica dei noduli intraoperatoria mediante marcatura con reperi tac o coloranti vitali come il verde indocianina, ci permette oggi di identificare la natura di noduli di piccole dimensioni, consentendo diagnosi accurate e il contemporaneo intervento curativo. Dall’altra la chirurgia mini-invasiva ha cambiato radicalmente l’approccio chirurgico per questa patologia. Con la chirurgia toracoscopica uniportale (UVATS) è sufficiente un’unica incisione di circa 3 cm e grazie alle ricostruzioni 3D delle immagini radiologiche si riesce a localizzare i noduli ed eseguire interventi di risparmio del parenchima polmonare con resezione di più piccole parti anatomiche rispetto alle lobectomie in noduli inferiori ai 2 cm. Nel breve futuro, poi, prenderà sempre più campo la chirurgia robotica, che consente una visione tridimensionale del campo operatorio e una maggiore precisione grazie all’utilizzo di strumenti robotici. Personalmente, sono l’unico chirurgo toracico in Liguria abilitato all’uso di questa tecnologia e che dispone di due Robot Da Vinci di ultima generazione e la applica dal 2018, dal futuro molto promettente con la prossima introduzione del braccio uniportale. Grazie a queste tecnologie innovative, è possibile oggi asportare completamente il tumore e i linfonodi, con un decorso postoperatorio molto rapido».

– Ci sono novità anche per le cure chemioterapiche?
«Sì. Le cure chemioterapiche – sia pre, sia postoperatorie – si sono molto evolute, in particolare con l’immunoterapia e terapie a bersaglio molecolare, che prevede protocolli specifici personalizzati e rappresenta un grande passo nella lotta contro il tumore al polmone. Anche in questo caso, Montallegro offre ai propri pazienti la possibilità di sottoporsi a queste terapie mediche di ultima generazione».

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