Neoformazioni cutanee
Il melanoma maligno è il meno frequente delle forme tumorali della cute, ma ha una prognosi severa.
I fattori di rischio per questa neoplasia sono rappresentati da:
- presenza di nevi displasici o grandi nevi congeniti;
- numero elevato di nevi comuni;
- immunodepressione;
- storia familiare o personale di melanoma;
- elevata esposizione alla luce solare nel corso della vita;
- esposizione intensa e intermittente ai raggi solari o storia di scottature gravi nell’infanzia;
- fototipo chiaro (presenza di lentiggini, scarsa tendenza ad abbronzarsi e colore chiaro dei capelli e degli occhi).
La terapia chirurgica del melanoma maligno prevede l’asportazione, procedura che può essere eseguita in regime ambulatoriale.
Si consiglia di non assumere aspirina o medicamenti che la contengono nella settimana che precede l’intervento per ridurre il rischio di sanguinamento postoperatorio.
L’intervento generalmente può essere eseguito in anestesia locale, mediante infiltrazione di soluzione anestetica con ago sottile attorno alla zona da asportare.
Viene eseguita un’incisione “a losanga” attorno alla neoformazione da asportare. In caso di melanoma accertato, il margine sano deve essere di 1-3 cm (a seconda dell’estensione in profondità). In caso di lesione pigmentata sospetta, ma non con diagnosi certa di melanoma, viene eseguita l’asportazione della lesione comprendente un margine di cute sana peri-lesionale di 5 mm.
Se all’esame istologico viene confermata la diagnosi di melanoma è necessario procedere a un secondo intervento di allargamento (asportazione della cute attorno alla cicatrice con un margine di cute sana di 1-3 cm. per lato) entro 30 giorni dal primo.
Se il melanoma avesse uno sviluppo in profondità superiore a 1 mm, in caso di ulcerazione o di più di una mitosi per mm2, oltre all’allargamento è necessario eseguire anche la biopsia del linfonodo sentinella (= asportazione del linfonodo che per primo riceve la linfa dal melanoma). Questa comprende due fasi: la prima (linfoscintigrafia) viene eseguita il giorno precedente l’intervento chirurgico e consiste nell’iniezione di un tracciante radioattivo attorno alla zona dove è stato asportato il melanoma; la seconda avviene durante l’intervento, quando una speciale sonda segue il percorso del tracciante dal sito di iniezione sino a uno o più linfonodi vicini dove maggiore è il rischio di metastasi (linfonodi sentinella) che vengono asportati e inviati all’Anatomopatologo per l’esame istologico.
Queste procedure vengono eseguite in regime di day surgery o con degenza di una notte.
In caso di asportazione di vaste porzioni di cute, può essere necessario riparare la perdita di sostanza mediante l’allestimento di lembi cutanei di scivolamento o di rotazione che consentono di suturare la cute senza eccessive trazioni dei tessuti.
È sconsigliato esporsi ai raggi ultravioletti (sole e lampade abbronzanti), per evitare la comparsa di iperpigmentazione cutanea (= colore brunastro della cute) per 2-4 mesi dopo l’intervento.