Orchiectomia
Si tratta dell’intervento di asportazione del didimo (testicolo), dell’epididimo (organo situato sul polo superiore del testicolo in cui confluiscono i vasi spermatici testicolari) e del tratto prossimale del funicolo spermatico (l’involucro che contiene i vasi testicolari, i nervi, il dotto deferente e il muscolo cremastere).
Lo si esegue in caso di tumore maligno testicolare, di testicolo mobile con impossibilità all’orchidopessi (= fissazione testicolare) per peduncolo vascolare testicolare insufficiente al corretto riposizionamento del testicolo, di infarto testicolare a seguito di torsione, di trauma testicolare con rottura dell’albuginea (la fascia che ricopre il testicolo), di ascesso testicolare ribelle alla terapia medica.
L’intervento può essere eseguito in anestesia locale, regionale o generale e dura circa 30 minuti. Si può effettuare in one-day surgery o ricovero ordinario (da preferirsi in caso di patologie concomitanti che potrebbero aggravare il rischio operatorio).
Esistono diverse vie di accesso al sacco scrotale: la scelta varia in dipendenza della patologia di base.
L’incisione inguinale è la via di scelta in caso di neoplasia primitiva (è il tumore localizzato nella sede di insorgenza) del testicolo; evita l’interruzione dei linfatici scrotali, che rischierebbe di modificare il cammino di eventuali metastasi tumorali; consente inoltre l’asportazione del funicolo spermatico fino all’anello inguinale interno; questa via di accesso permette il posizionamento endoscrotale di eventuale protesi.
L’incisione scrotale viene utilizzata per il trattamento di processi benigni come lesione traumatica con necrosi, torsione testicolare prolungata, orchi-epididimite, trauma con rottura dell’albuginea.
Dopo l’intervento, il Paziente dovrebbe evitare attività fisica intensa per almeno 6 settimane. È utile fornire allo scroto un sostegno (sospensorio) per evitare o ridurre l’edema post-operatorio. La ferita va pulita con disinfettanti fino alla caduta dei punti (riassorbibili)..