Appendicectomia chirurgica (a cielo aperto)
L’appendicite è una patologia infiammatoria dell’appendice (cecale), un piccolo organo cavo che origina dal cieco (porzione destra dell’intestino crasso).
Sono identificabili le forme acuta, subacuta e cronica.
In quelle subacuta e cronica, la sintomatologia è caratterizzata da episodi di dolore localizzato ai quadranti inferiori dell’addome con irradiazione alla coscia e ai quadranti superiori, accompagnati da disturbi della digestione, con nausea e talvolta vomito.
La forma acuta rappresenta la causa più comune del quadro clinico noto con il nome di “addome acuto”.
Il motivo scatenante di un’appendicite acuta è rappresentato dall’ostruzione del lume (= cavità) appendicolare, all’interno del quale si sviluppa un’infezione batterica che causa congestione, ischemia e fenomeni infartuali della parete dell’appendice, fino alla perforazione, possibile causa di peritonite (= infiammazione del peritoneo, membrana che riveste e protegge gli organi addominali). In questo caso i sintomi sono: dolore intenso al quadrante inferiore destro dell’addome – che si può estendere a tutti i quadranti addominali – associato a senso di tensione della parete, nausea, vomito e febbre, anche con valori elevati.
Il trattamento chirurgico, eseguito in anestesia generale, consiste nell’appendicectomia, cioè nell’asportazione dell’appendice con sutura della sua origine a livello intestinale dopo la legatura dei suoi vasi (meso appendicolare).
In genere è sufficiente una piccola incisione localizzata al quadrante inferiore destro dell’addome. In presenza di variazioni anatomiche (es. appendice retrocecale) o di peritonite, l’accesso può essere più ampio per un miglior controllo degli organi addominali e della cavità peritoneale. Talvolta proprio per questo sospetto è preferibile ricorrere preliminarmente alla tecnica video laparoscopica ovvero a conversione a questa procedura in corso di chirurgia a cielo aperto. In ogni caso l’opzione video laparoscopica può essere comunque preferita dal chirurgo (sempre in anestesia generale).
Quando, prima dell’operazione, la diagnosi clinica di “appendicite” non è sicura – come può accedere nei Pazienti anziani o in condizioni d’urgenza – può essere necessario eseguire un accesso longitudinale mediano, a cavallo dell’ombelico.
Al termine dell’intervento chirurgico, in caso di modesti sanguinamenti o di raccolte ascessuali (cioè di pus, come avviene nei casi di peritonite), viene posizionato un drenaggio (=tubo di silicone che ha lo scopo di consentire la fuoriuscita di sangue o altri liquidi dalla sede di intervento) nell’addome. Il drenaggio è solitamente rimosso due o tre giorni dopo l’intervento.
Nelle forme di minore gravità può essere inizialmente impostata una terapia medica (con antibiotici e antispastici), tuttavia non sempre in grado di risolvere il processo infiammatorio.